Un invito alle serate culturali

Un aspetto importante del progetto è lo scambio culturale. È una dimensione centrale che viviamo ogni giorno, essendo immersi nella cultura italiana ma anche circondati dalle culture di ognuno di noi. Ma c’è un momento particolare in cui questo scambio diventa ancora più cosciente, ancora più forte: è durante le serate culturali, in cui un paese è messo all’onore, con piatti emblematici, musica, giochi, danze, storie e spiegazioni condivise insieme, in un momento magico che ha pure coinvolto un po’ le nostre famiglie. Infatti, con i loro consigli, le specialità culinarie che hanno fornito o addirittura la loro presenza durante l’evento per alcuni di loro, hanno aggiunto un tocco speciale.

In questi momenti, si capisce un po’ meglio l’essenza da dove veniamo, con la nostra storia personale e nazionale, che si mischiano benissimo per aggiungere un po’ di diversità al misto culture che viviamo e condividiamo ogni giorno. Queste serate sono anche l’occasione di vedere quello che ci unisce, al di là delle frontiere, quello che abbiamo in comune che siamo della costa mediterranea, delle montagne o delle latitudini settentrionali. Per farvi capire un po’ più di che cosa si tratta, ecco un invito alle serate culturali con questo piccolo articolo!

  • Serata italiana (29 aprile 2022)

Questa serata è stata la prima del nostro progetto, ed anche una delle più arricchenti. Fu l’occasione di scoprire la cultura italiana in maniera molto interattiva, tra gioco di lingua, attività di cucina e discussioni culturali. Abbiamo imparato a preparare due ricette di delizie locali, con tutta la loro storia intorno grazie in particolare ad Alba, e Domenico Palumbo.
Prima, fu il turno della pasta alla Nerano, specialità pregiata della penisola che trova le sue origine nel ristorante “Maria Grazia” a Marina del Cantone nel 1800’. Questa ricetta è stata una bella introduzione alla gastronomia locale, con l’uso di tre tipi di formaggi (caciotta, parmigiano, caccio cavallo) che si mischiano in questo piatto cremoso di cui tutte le famiglie locali hanno una versione diversa. Alcuni preferiscono mantecare la pasta, altri aggiungono un po’ di buccia di limone grattugiata…Per Alba invece, il tocco finale è la foglia di basilico fresco, che dà una certa eleganza ovviamente!

Preparazione della pasta alla Nerano
Prendendo appunti mentre facevamo il limoncello

Poi, abbiamo iniziato insieme la preparazione del limoncello, altro grande simbolo della penisola! Con una ventina di piccoli limoni scorciati, abbiamo creato questa base per la concezione di un liquore a corta maturazione. Il mese successivo è stato pronto – con altri passi determinativi di cui ne abbiamo adesso il segreto…–. Scherzo a parte, se volete saperne di più su queste ricette, eccole disegnate da me!

  • Serata spagnola (15 giugno 2022)

La serata spagnola è stata una bell’occasione di incontrare i genitori di Claudia: con un papà aragonese (Mariano), una mamma della Galizia (Cristina), che vivono a Barcellona, la famiglia fa una bella sintesi della Spagna, con le sue sfumature culturali e le sue varie identità.

La serata più che un delizioso cibo spagnolo – tortillas de patatas, escalivada (catalana), queso manchego, jamón ibérico e per il dolce arroz con leche! – ha dato l’opportunità di ascoltare il papa di Claudia, – tradotto da Olivier – parlare della diversità della cultura spagnola spiegando la varietà delle tradizioni di ogni comunidad autónoma. Dopo di che, c’era un bel gioco sui proverbi spagnoli. È stato bello di ricordarsi come un’altra lingua dà questo sguardo particolare sul mondo, diverso dalle altre lingue ma anche con punti di similarità!

La tavola della serata culturale spagnola

Ecco due proverbi selezionati:

Mas sabe el diablo por viejo que por diablo – Il diavolo sa più dalla vecchiaia che dall’essere diavolo.

Questo significa che l’esperienza procura più conoscenze e saggezza che l’astuzia o l’intelligenza inerente alla persona. 

A enemigo que huye puente de plata – Al nemico che fugge [gli dà un] ponte d’argento.

Questo proverbio anche citato da Cervantes in Don Quijote, raccomanda il fatto di liberarsi dei suoi nemici o di tutta persona che può o vuole causarci danno. Quindi, tutti i mezzi per allontanare i nemici sono validi, incluso un ponte d’argento.

Condivendo questa serata culturale con gli tirocinanti americani
  • Serata greca (28 giugno 2022)

Un’altra grande serata di gastronomia, in cui i genitori di Xenia hanno partecipato, coinvolgendo volontari, Xenia e la sua mamma (Jenny) per elaborare i piatti tipici, tra cui moussakà, tsatziki con zucchine fritte (kolokithakia tiganita), gemista e choriatiki (insalata). Questi sapori mediterranei hanno fatto dire a Mahdi “è com’è un altro tipo di cibo tunisino che non conosco ancora!”, sottolineando le influenze condivise da un lato all’altro del Mediterraneo.

Xenia aggiungendo la feta come tocco finale

Una volta di più, evocata attraverso le danze tradizionali della regione di Pontos (Ponto), la storia particolare della famiglia di Xenia è stata l’occasione di scoprire un’altra sfaccettatura della cultura greca. Infatti, con queste danze, sirtaki e kotsari – imparata dal lato del padre di Xenia (Thodoros) –, ci ha permesso di intravedere la cultura di una popolazione greca che viveva sulla costa del Mar nero e che si è trasferita nel Nord della Grecia contemporanea al momento degli scambi di popolazione tra Turchia e Grecia negli anni 1920. Thodoros ci ha pure fatto scoprire tsípouro, un liquore greco tipico che ha accompagnato questo momento conviviale.

La danza tutti insieme, anche con le nostre amiche tirocinanti americane, rimarrà un momento di grande convivialità, vivendo la cultura greca, attraverso la sua forma la più viva.

  • Serata francese (17 agosto 2022)

Per la serata francese, svolta poco dopo Ferragosto, è stato anche l’occasione di cucinare insieme, pure con i miei genitori e il mio fratello. L’occasione di festeggiare all’aria aperta, in un periodo che aveva senso, coincidendo col periodo della festa del mio paesino.

Abbiamo iniziato con un aperitivo con vari prodotti tipici del dipartimento dove vengo, il Cantal: formaggi (cantal, saint-nectaire), diversi tipi di salumi, e un’insalata di lenticchie bionde.

Presentazione dei prodotti
Foto sfocata ma felice!

Dopo abbiamo mangiato truffade, questo piatto tipico delle feste di villaggio a base di patate e di tomme fresca, preparata con la regia del mio padre, soprattutto per fare i lunghi fili di formaggio sciolto mentre lo servivo. La mia madre ha preparato clafoutis alle prugne per il dolce.

Preparazione della truffade con mio fratello
I clafoutis alle prugne di mamma

Tutti hanno aiutato per preparare e l’atmosfera estivale sulla terrazza ha aggiunto un tocco creando un bel momento conviviale. Dopo alcune spiegazioni sui piatti, e aver goduto la cena, abbiamo cominciato l’attività anche tipica della festa del mio paesino: il torneo di “boules carrées” (‘bocce quadrate’). Questo gioco di bocce con cubi di legno (pino) che è stato inventato per poter giocare su terreni inclinati delle campagne montagnose. Le bocce sono state confezionate da Rita, Alessandra, Boris e io, con l’aiuto di un falegname di Monticchio: Salvatore. Questa serata è stata l’opportunità perfetta di giocare nel giardino della Conola, col dislivello adeguato per fare rotolare i cubi – ma non troppo.

Le "boules carrées"

Era anche la prima serata culturale con tutti i volontari insieme, dopo mesi con sempre un assente o più (con il monitoraggio delle tartarughe in Cilento). Un momento familiare, amichevole, da ricordare, come tutte le serate culturali.

  • Serata tunisina (5 novembre 2022)

Questa festività è stata anche una grande esperienza culinaria. I piatti erano vari, preparati con tutti noi, con la regia di Ons e l’appoggio di Anas e Mahdi, ma anche l’aiuto prezioso dei volontari dell’anno scorso, i grandi Mehdi e Mayssa!

Mayssa, Mahdi, Ons & Anas facendo la presentazione dei piatti

C’erano sulla tavola tanti piatti colorati e saporiti: امك حورية  (omek houria), طاجينt (tajine), سلاطة مشوية (insalata mechwia), سلاطة خضراء (insalata verde), كسكسي  (cuscus), شرمولة  (charmoula) – un piatto tipico di Monastir, la città di Ons –,بريك  (brik), ma anche فريكاسي (fricassé). La fortuna di anche assaporare questo ingrediente emblematico della cucina tunisina, un tipo di puree fatto con una base di peperoncini rossi, aglio e olio d’oliva, la harissa (هريسة). Questo condimento è anche il simbolo della diversità della cultura tunisina perché la sua ricetta varia tra ogni famiglia – ed anche nella stessa famiglia – o regione tunisina. Poi, per i dolci, per deliziare i nostri palati, c’erano بوزة   (bouza) e يويو (yoyo) che si sposano bene insieme.

Una vista della tavola piena di colori (e di sapori)
Ons(ina) spiegando i dolci

Dopo la cena, abbiamo fatto un gioco per riconoscere i nostri nomi in arabo e poi scriverli con l’alfabeto arabo. Abbiamo pure giocato sulle somiglianze tra arabo tunisino e l’italiano, cercando le parole a consonanze italiane nel tunisino, segno di contatti stretti tra i due paesi.

In seguito a questo, abbiamo condiviso un po’ di danza, un po’ di musica per concludere una serata molto calorosa, perfetta nel periodo grigio e piovoso dell’autunno.

  • Serata portoghese (10 dicembre 2022)

Tutto ha iniziato con la partita del mondiale opponendo Portogallo al Marocco, momento perfetto per condividere un aperitivo tutti insieme, con prodotti portoghesi mandati dalla famiglia di Pedro (prosciutti, formaggi aromatizzati alle erbe, lupini, pão recheado,…). Luís, amico di Pedro venuto a posto per la serata, ci ha anche fatto scoprire le chouriços, alheiras, morcela e linguiças, tipi di salsicce – alcune di quelle erano vegetariane –, flambé in un piatto specifico, chiamato “assador de chouriços”.

Pedr(inh)o spiegando l'aperitivo
Assador de chouriços acceso
Zoom sul pão recheado

Poi, abbiamo partecipato a un gioco di cultura generale (cultura geral) con parole cruciate in portoghese a proposito della geografia, la musica, o anche del calcio del Portogallo. L’occasione di saperne di più su questo bel paese alla cultura iberica e portata sull’Atlantico.

Dopo di che, la serata si è svolta con la continuazione del buffè, ma con piatti caldi, e ancora durante tutto l’evento, l’assador che funzionava. Abbiamo assaggiato come primo piatto, una canja, seguito di migas e alho francês à Brás, per finire con una serradura, un dolce cremoso. Tutto questo con una colona sonora composta di fado, di Antonio Variações e altre canzoni portoghesi per tuffarsi nella cultura del paese dei garofani.

Condividendo il pasto dopo la partita di calcio

Per saperne di più su questi piatti, ecco le ricette favorite di Pedro con la loro breve presentazione:

  • Migas

“Durante secoli “migas” sono stati un piatto tradizionale della regione del Alentejo, particolarmente nell’inverno. È un piatto molto calorico nato come una maniera di sfruttare del pane avanzato, già molto duro e per nutrire gli uomini che lavoravano nei campi.

Ingredienti:

– 0,5 pane di mais (broa)

– 0,5 sacchetto di cavolo o qualcosa di simile (couve para caldo verde)

– un tipo specifico di fagioli (feijão frade)

– sale

– pepe nero

– aglio tagliato secondo il vostro piacere

– olio d’oliva

Preparazione:

Mettere una pentola piena d’acqua condita con sale sul fornello e quando l’acqua bolle, aggiungere il cavolo tritato e lasciarlo cuocere. Nel frattempo, sbriciolare il pane di mais.

Dopo aver cotto il cavolo, sgocciolarlo e metterlo da parte. In una grande padella, mettere l’aglio tritato e olio d’oliva, lasciare l’olio riscaldare e poi aggiungere le briciole di pane di mais e mescolare. Dopo questo, aggiungere il cavolo e i fagioli, mescolare tutto insieme, aggiungere più olio d’oliva se necessario.

Si può anche utilizzare olio d’oliva profumata all’aglio che ha più gusto.

  • Alho Francês à Brás

“Alho Francês (porro) è un’opzione per sostituire il baccalà (piatto tradizionale). Si può preparalo con pollo e altre proteine. È molto consumato in Portogallo ma anche in Macau. Gli eccellenti sapori dipendono dalla relazione dei componenti della ricetta, in particolare la quantità di cipolla relativa a quella del baccalà e dell’olio d’oliva utilizzati nel piatto. La ricotta è stata inventata dal guardiano di una taverna del Bairro Alto, a Lisbonna, chiamato Brás.”

Ingredienti:

– 20 ml d’olio d’oliva

– 1 cipolla tagliata in fette in forma di mezza luna

– 100g della parte bianca del porro, tagliato a fette

– 1 foglia d’alloro

– 100g di patatine fritte (in bastoncini)

– 2 uova

– sale

– pepe nero

– 1 rametto di prezzemolo triato

– olive nere

Preparazione:

  1. Rompere le uova in una ciotola. Condire con sale e pepe. Battere con una vergella.
  2. In una padella, riscaldare l’olio d’oliva, la foglia d’alloro e la cipolla. Girare e lasciarlo brasare un po’. Aggiungere il porro. Mescolare insieme e cuocere durante 5 minuti a più della temperatura media.
  3. Aggiungere le patate. Mescolare bene e lasciare il caldo diffondersi. Aggiungere le uova, girare and cuocere a più della temperatura media per circa 30 secondi. Attenzione a non cuocere troppo le uova.
  4. Alla fine, aggiungere il prezzemolo tritato e togliere la preparazione dal fuoco. Accompagnare questo piatto con olive.
  • L’avvenire

Questo è una lista che sta per allungarsi, con le future serate croata e belga! Più che una lista, con questo articolo ho voluto mostrare i momenti belli di scambio e di condivisione che hanno pontato il nostro volontariato. Le serate culturali sono sempre state momenti fuori del tempo, momenti preziosi, ma anche – per essere onesto – un pochino stressanti per quelli che devono organizzarle, perché non è una cosa semplice di mettere in evidenza l’essenza o al meno un angolo personale della sua cultura. Alla fine, dopo un po’ di adrenalina, il fatto di vedere tutti i volontari, mentori, responsabili e amici del progetto, e anche famiglie e amici dei volontari godere di questi momenti speciali, è senza dubbio una della cose più belle della realizzazione di queste. Vi raccomando, se avete un giorno l’occasione di creare eventi così conviviali, con famiglia o amici, non esitate! Una serata culturale vale sempre la pena, nel senso che fa scoprire anche a sé stesso che significa la sua cultura propria, e fa riscoprire sottilità ed evidenze di quella, sempre belle da condividere con gli altri.

Per concludere, vorrei ringraziare tutti quelli che hanno organizzato, aiutato, preparato, e insomma permesso la realizzazione di queste serate indimenticabili. I nostri mentori e responsabili, Gianna, Nacho, Mimì, Alba; ma anche tutti i volontari, gli amici del progetto come Alessandra, e tanti che hanno aggiunto il loro tocco allo scambio culturale in generale, ma ancora di più in questi punti salienti del progetto. Grazie di cuore.

— Paul Descoeur