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SCARIO E IL GOLFO DI POLLICASTRO: UN PARADISO NASCOSTO A OVEST
Mercoledì, 23 Maggio 2018
Io, Tony e Carmela siamo andati alla costa cilentana in lavoro. Ci siamo svegliati presto e il cielo era grigio, minacciava pioggia forte. Non sapevamo dove lavoreremmo nei due giorni successivi e eravamo stanchi. Ha piovuto molto e ci siamo bagnati, in particolare Tony. Nel treno le ore passavano… quanto di più al sud stavamo, di più reperti archeologici vedevamo attraverso la finestra. Volevamo mantenere la sorpresa, perciò non abbiamo chiesto a Carmela dove stavamo andando.
Dove in Cilento stavamo andando?
Sapri, ci siamo accorti quando siamo arrivati. Un collaboratore del progetto, Nico, ci aspettava nella stazione. Mentre lui ci guidava attraverso la piccola città fino al porto di Scario ci siamo accorti della bellezza naturale del posto dove siamo restati per un paio di giorni.
Ci siamo alloggiati in un B&B chiamato Kalimaka, situato in un edificio storico in riva al porto. Ancora una volta, perché questo progetto gira intorno al MARE e alla sua protezione, non c’è bisogno di dire che il paesaggio era fantastico. Stare in una specie di finisterra e dove il mare incontra il cielo sempre ci invita a contemplare la vita e a “re”definire priorità. Dal mare il piccolo porto di Scario con i suoi edifici storici e cattolici intrecciati nella vegetazione sembra uno scenario pittoresco.
In quel pomeriggio e per il giorno successivo abbiamo pulito quattro spiagge che sono solamente accessibili colla barca e che stanno nelle coste vicine, con lo scopo di fare campionamenti per uno studio europeo. Abbiamo contato sull’aiuto cruciale di Solidea, il suo fratello Pippo e il suo padre Guerino, in tutto una famiglia ambientalista che è il nostro braccio destro in questi impegni di pulizia.
Le persone che vedono queste spiagge dal mare sarebbero tentati di dire che stanno pulite ma non è vero: tra l’arenile e la vegetazione molti rifiuti sono nascosti – abbiamo trovato ombrelloni, lettini, fiaschi di vetro, bottiglie di birra, pannolini, assorbenti, filtri di sigarette, polistirolo infinito e PLASTICA. Per il nostro stupore, la grande maggioranza dei rifiuti non veniva dal mare. Quindi, da dove veniva? Era stato lasciato lì per i turisti e le persone che gli portano là, affidando a loro lettini e vendendogli cibo.
Cosa succede in queste spiagge?
Sensibilizzazione ambientale non è altra tra le persone anziane. Questo più la pigrizia di raccogliere e portare i rifiuti alle barche crea una grande parte del problema. Ma quello che pesa di più è scappare impunemente. Sebbene che è illegale lasciare rifiuti in spiaggia (soprattutto se è un parco naturale e perciò un’area protetta) i concessionari si sentono protetti dovuto al nepotismo: i grandi responsabili per l’accumulo di rifiuti sono amici o parenti di persone che lavorano nella municipalità, perciò scappano impuni dell’impronta ecologica che stanno lasciando.
Tutto sommato, risolvere questi problemi non è per niente facile e può anche compromettere il benessere sociale nostro e degli ambientalisti che lavorano con noi, ma noi non ne smettiamo. Paziente e resilientemente continuiamo a fare il nostro migliore per mantenere le spiagge e gli ecosistemi marini i più puliti che possiamo.
Abbiamo avuto dei giorni fantastici. Abbiamo pulito, abbiamo fatto il bagno nelle acque limpide di Scario e abbiamo visto paesaggi che ci hanno tolto il fiato. E sebbene che eravamo stanchi, siamo partiti contenti, grati per conoscere gente così gentile e infine ma non ultimo siamo tornati a casa con una sensazione di realizzazione per quello che abbiamo fatto.