Il primo monitoraggio della Baia di Ieranto

Dopo il primo corso di kayak alla  Baia di Ieranto mi sento più sicura e professionale con il kayak (professionale.. nel senso che finalmente potrei  andare in giro col mio kayak senza urlare “Francescoooooo, come fai a fare questo?? Aspettami!”). Quel giorno faceva un po più  freddo del solito, ma il tempo non mi ha fermato, “Latvian Power”, troppo bello andarea fare il bagno alla  baia. Dopo ci siamo divisi  in due squadre. Radek e Nuria snorkeling mentre io, Lisa (la tirocinante americana del ST. Anna Institute) e Mimi con i kayak, per monitorare e imparare qualcosa sulla  natura e le grotte.

Siamo stati in kayak, ma improvvisamente ha iniziato piovere e siamo entrati in una  grotta per ripararci. Non abbiamo perso tempo e abbiamo studiato i particolari della prima grotta, quella del Capitello. Mimì ci ha chiesto di notare le differenze tra gli organismi nella parte più buia della  grotta e quelli più alla  luce. Anche noi abbiamo imparato i differenti colori delle rocce e le loro strutture. Abbiamo ascoltato le diverteneti storie su  queste grotte. Per esempio i preti venivano nella Gotta del Presepe per pregare, o molti anni fa dei pescatori solitari, entrando nella Baia di Ieranto,  e vedendo le stalattiti della Grotta della  Zenzinada  hannoimmaginato dei  capezzoli, da qui il nome stesso. Dopo qualche tempo smise di piovere, e uscendo dalla graotta abbiamo visto una barca ancorata nella Baia che è Area Marina Protteta. Siamo andati con i kayak fino all’ imbarcazione e abbiamo spiegato loro i motivi per i quali non è possibile  ancorare nella zona gialla. Fortunatamente se ne sono andati  subito, e abbiamo continuato a controllare ed esplorare l’area.

Alla fine siamo tornati alla spiaggia  dagli altri volontari ( il  Ceco e la Spagnola ) per il nostro turno di esplorazione marina. E’ stato un buon esercizio per capire al meglio il posto dove trascorreremo  gran parte dell’estate. Abbiamo imparato tanto e allo stesso tempo, giocato  urlando “Ragazzi! Attenzione!”, ridendo, spruzzandoci l’acqua ridendo e cantando anche quando è iniziato piovere moltissimo. Alla fine della giornata siamo tornati a Nerano affamati e stanchi ma soddisfatti di aver imparato qualcosa di nuovo.