Il 8 maggio, uno dei nostri primi contributi attivi a migliorare l’ambiente italiano ci ha portati – dove altro? – alla baia di Ieranto! Siamo andati in kayak (prima volta anche quella!) sul mare ventoso e agitato. Ci sono due tipi di kayak da usare nella baia: i “sit-on-top”, meno veloci ma più facili da guidare, e quelli rossi, piccoli e velocissimi. Quel giorno, i kayak rossi erano riservati ai nostri esperti tutori.
E’ stata una bella esperienza essere capaci di muoversi liberamente nella baia ed esplorarla nella luce del sole. Ma più che per divertirci al sole eravamo venuti quel giorno a Ieranto per lavorare. Per pulire le due spiagge di Ieranto ci siamo divisi in due gruppi. La missione: raccogliete tutti i rifiuti! E’ stata la prima pulizia di primavera, dopo le mareggiate invernali e dopo una settimana piovosa e ventosa, quindi i rifiuti erano tanti. Tutti i rifiuti non sono stati solo raccolti, ma anche contati e documentati. La maggior parte dei rifiuti consisteva in polistirolo, bottiglie di plastica, diversi altri pezzi di plastica, e qualche lattina.
I reperti più spettacolari includevano una grande insegna di ferro arrugginito ed un frigorifero. Riportare tutto questo quindi è stata una sfida, e Gaelle ha dovuto consegnare il suo kayak e Tanja e Valentina le hanno dato un passaggio sul doppio kayak.
Il mare era un po’ agitato, e quindi ha causato qualche incidente per Mikus e Frauke, che sono stati travolti dalle loro canoe quando hanno cercato di rimetterle in mare. Perciò i contenuti dei loro kayak sono caduti nell’acqua. All’insaputa di Mikus, il suo kayak conteneva una delle nostre fotocamere subacquee. Per fortuna Mimì ha deciso di fare una foto tutti insieme nelle canoe prima di uscire dall’acqua, quindi l’assenza della macchina fotografica è stata notata in tempo. Dopo una breve inchiesta dell’“investigatore” Sgambati su chi aveva dato la camera mancante a chi, in quale momento e dove l’avevano messa, abbiamo capito la sua posizione più probabile e siamo tornati velocemente a recuperarla con successo.
Il nostro secondo giorno di pulizia, invece, ci ha portati alla bella marina di Crapolla. Il furgone verde di Mimì ci ha trasportati a Torca, dove abbiamo incontrato Andrea, stagista dell’Area Marina Protetta Punta Campanella. Dopo avere sceso 650 gradini, siamo arrivati nella baia. Un posto meraviglioso, però purtroppo coperto da rifiuti a perdita d’occhio.
Armati con le buste nere e viola ci siamo avviati ancora una volta a separare polistirolo, bottiglie di plastica e migliaia di piccoli pezzi di plastica da ferro, stoffa, vetro, e tanti altri spesso indefinibili oggetti. Nel frattempo, Andrea annotava diligentemente ogni numero che gli abbiamo gridato.
Alcuni pezzi di rifiuti sono stati riusati immediatamente per creare un’opera d’arte, oppure come strumenti a percussione da Alvaro e Mimì, e naturalmente la bella musica ci ha facilitato il lavoro.
Dopo alcune ore di lavoro sotto il sole, abbiamo fatto la pausa pranzo e, alla fine, abbiamo avuto l’opportunità di ammirare il Fiordo di Crapolla pulito, in tutta la sua bellezza.
Prima di risalire i 650 gradini, abbiamo ammassato ordinatamente tutte le buste raccolte sulla spiaggia, pronte per essere ritirate col gommone qualche giorno dopo, il 12 maggio. Abbiamo fatto ancora un po’ di pulizia anche quel giorno, e alla fine abbiamo portato tutti i rifiuti a Marina del Cantone col gommone del Parco.
Il gommone ha dovuto fare due giri per prendere tutto quello che abbiamo trovato: in totale 140kg, compresi 15kg di polistirolo (tantissimo, considerato che è leggerissimo – erano 10 buste piene), 16kg di pezzi e bottiglie di plastica, 50kg di rifiuti indifferenziati non riciclabili, 43kg di ferro, e anche una batteria di una macchina.
Questa grande quantità di rifiuti che abbiamo raccolto su solo due piccole spiagge rappresenta soltanto una minuscola frazione delle immense quantità che galleggiano sui nostri oceani, e ci ricorda una cosa importante: