La liberazione delle tartarughe marine in Ischia

dsc_0242Il Venerdì ci ha portato una grande missione. La mattina. Il primo paso. Svegliati, ragazzo. Essere un uomo, ragazzo. Alzati. Maledizione. Guardo strabico il orologio. Sono le 4:30. Cosa faccio adesso? Prendo la macchina fotografica, biglietti del Pullman, soldi, una felpa e vado. Camino fine Massa Lubrense centro. Secondo paso. Prendo un Pullman per Sorrento e dopo un treno per Napoli. Sono le 6 e il pullman non c’è. Che più? Penso. Inaspettatamente c’è un pullman che va a Napoli. A Napoli c’è traffico. Chiedo al autista se può aprire la porta, salto fuori e corro fine il posto del appuntamento con il resto sotto la pioggia. Alle 8:00 trovo a Mimi e Alba. Andiamo per prendere il ferry, dove i compagni della Stazione Zoologica Anton Dohrn (Centro di recupero di tartarughe) erano già li. Iniziamo il nostro viaggio di un’ora attraverso la nebbia e la pioggia leggera con un solo obiettivo: la liberazione di dieci tartarughe sull’isola di Ischia.
Stiamo sul ferry e lasciamo la baia di Napoli. Prima passiamo dalle piccole isole e in seguito anche l’isola di Procida, allora guardiamo ora così distante Capri, nel divario tra Procida e Ischia e, finalmente, il traghetto raggiunge la riva. Siamo accolti calorosamente dai lavoratori locali di Stazione Zoologica Anton Dohrn in Ischia. Un furgone con dieci tartarughe esce del interiore del ferry, facciamo due formazioni e scortiamo il furgone con altre due macchine alla spiaggia di sabbia Negombo.

Sono più o meno le 10. Portiamo le scatole con le tartarughe, mettiamo i tavoli con tutti i volantini colorati, campioni e CDs. Le prossime due ore la nostra squadra (più o meno venti persone) da informazione a le persone che vengono e anche a studenti di diverse scuole ed i nostri leaders hanno anche le loro presentazioni e discorsi.
Gli altoparlanti da Stazione Zoologica, Sandra Hochscheid e Fulvio Maffucci parlano di rifiuti di plastica e inquinanti degli oceani e anche sulle procedure di Stazione Zoologica dal momento in cui qualcuno trova una tartaruga attraverso curare finché una tartaruga è uscita in mare. Cristina Maria Gambi ci introduce al lavoro del Stazione Zoologica di Ischia e Domenico Sgambati parlare di lavoro del Parco di Punta Campanella e diverse attività possibili a seconda del tipo di zona. Tra gli altri oratori anche membro Guardia Costiera e Fabio di Nocera, consulente veterinario presso l’Istituto Zooprofilattico del Mediterraneo con sede a Portici, ha portato il gruppo la sua esperienza sulle tartarughe marine e il ruolo della Stazione Zoologica incaricato di esaminare le carcasse di animali trovati morti sulla spiaggia o del mare e capire quali sono stati i problemi.
Dopo le presentazioni a tutti i bambini che ascoltano diano un’occhiata al informazioni di colore volantini contrasto con le nostre teste brizzolati e poi camminano intorno a passare per cassette di plastica entusiasmato da tartarughe.

Poi è giunto finalmente il momento. Persone in fila dalle corde sulla spiaggia. Portiamo i nostri clienti che hanno battuto le loro pinne su pareti in plastica con entusiasmo. Consideriamo un cielo grigio e il mare pasionate dallo sguardo, facendo un segno alla nave della guardia costiera sulla linea del mare. Avere un buon viaggio. Nuovi orizzonti si sono aperti e pinne solo stampe rimangono nella sabbia per qualche istante.

Passiamo pomeriggio sulla spiaggia e dopo una pausa la nostra squadra -Mimi, Alba, io e la nostra guida locale Cristina- va a visitare una suddivisione di Stazione Zoologica Anton Dohrn in Ischia dove hanno anche studiano Posidonia oceanica. Cristina ci mostra l’istituto di ricerca, dove con i suoi colleghi di lavoro su una valutazione del progetto speciale degli effetti dell’acidificazione del mare utilizzando sei stazioni “naturalmente acidificato” ad Ischia a causa delle emissioni di CO2. Obiettivo è quello di valutare l’impatto di un ambiente acido sugli ecosistemi marini. Con l’avvento della notte torniamo a Napoli alle 18:40.

Come tornare a casa? Naturalmente con il treno. Ma ferrovie lavoratori sono in sciopero. Fa freddo e cominciando a piovere. Con il traghetto per Sorrento, in autostop o con l’autobus? Fortunatamente il treno va a Sorrento alle 19:11. Sono a Sorrento, ma non autobus in vista, nessuna buona fortuna durante autostop. Ma ho ancora le gambe. Sto tornando a casa alle 22. E ‘il momento di dormire. Ma le carte aspettano le mie dita più veloci. Carta per carta, turno per turno. Notte. Non c’è tempo. In ogni caso è troppo tardi. E ‘stato solo un giorno, domani inizia un’altra avventura.

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