Updated on Agosto 22, 2015
Il Fondo Ambiente Italiano
Come non parlare del FAI nel nostro blog? Vergogna!
Infatti, senza il Fondo Ambientale Italiano non sarebbe possibile lavorare nella sublime Baia di Ieranto. Per darvi alcune informazioni, il FAI è stato creato nel 1975 e ha salvato, restaurato e aperto al pubblico importanti testimonianze del patrimonio artistico e naturalistico italiano. Il loro obiettivo per il sito della Baia di Ieranto é stato duplice. Il primo obiettivo é stato il restauro delle struttore dell’ex Cava dell’Ilva-Italsider, il secondo é di lunga durata: provvedere alla conservazione del posto per salvaguardare l’equilibro tra la cultura e la storia del paese di Nerano e tra la geologia, la fauna e flora. La Baia di Ieranto é stato un posto di lavoro fino al 1950 per i minatori che scavavano la montana per portare il calcare a Bagnoli (città vicino Napoli) dove era sita tra 1900 e 1950 l’acciaieria. Dopo questo periodo, con la chiusura dell’acciaieria, la Cava di calcare della Baia di Ieranto é stata chiusa, lasciando un posto vuoto nonostante la sua la bellezza. Nel 1986, a seguito della donazione da parte dell’Ilva-Italsider delle strutture della Cava, il FAI ha restaurato il sito e le strutture e ha ripiantato la flora della macchia mediterranea per dare piu valore alla Baia di Ieranto. L’inaugurazione del sito è stata nel 2002 e oggi lavorano li Antonella de Angelis, coordinatrice FAi, e Domenico Sgambati, responsabile in loco dell’Area Marina Protetta Punta Campanella.
http://www.fondoambiente.it/index.aspx
Sinda M
Updated on Novembre 20, 2020
Conosci lo SVE ??
Andare in uno dei 27 paesi europei, per 2 settimane oppure un anno, imparare una lingua, una nuova cultura, supportare una struttura per lavorare con bambini, anziani, disabili, essere in conttato con tante persone del paese che ti ospita, partecipare ad un progetto, partire con la sensazione di fare una bella esperienza, di dare il tuo tempo per aiutare, comunicare, essere felice… Tutto questo representa solo una piccola parte del Servizio di Volontariato Europeo.
Infatti, questo programma europeo ti aiuta a scoprire un altro posto in Europa dove essere volontario, acquisire competenze utile per il tuo futuro professionale. In questo caso puoi dedicare il tuo tempo ad una associazione sociale oppure anche ambiantale in cambio di vitto, alloggio e trasporto. Se sei tra 17 e 30 anni, che aspetti allora per scoprire l’esperienza SVE nel paese che ti piace. VAI VAI VAI !!!!
http://serviziovolontarioeuropeo.it/; http://www.youthnetworks.eu/SearchVacancy.aspx
Sinda M
Updated on Agosto 22, 2015
UNIMARE per tutti!
UNIMARE è una organizzazione fondata da Michi e Martin, una copia austriaca. Michi e Martin stanno realizzando, in forma di laboratori, dei corsi di biologia marina con le scolaresche della Germania. I laboratori si svolgono giù a Marina del Canto nel campeggio Nettuno.
Anche questa estate UNIMARE ha lavorato, per il secondo anno, con i giovani tedeschi per fare educazione sul mediterraneo e il suo ecosistema, e noi abbiamo potuto dare una mano!
I tedeschi, di età tra i 16 e i 18 anni, vengono per fare uno o due giorni di laboratori, composti da una parte teorica sulla storia del mediterraneo e sugli animali che lo popolano. E poi una parte pratica che consiste in snorkeling in mare.
In questa collaborazione con UNIMARE, Frauke ed io abbiamo aiutato a per preparare le lezione, abbiamo fatto monitoraggio mentre i giovani stavano esplorando il mare o se avevano un problema con le maschere, noi eravamo li per aiutarli. Abbiamo anche fatto una piccola presentazione del nostro progetto e dello SVE in generale. Così, gli scolari possono hanno potuto avere un’idea di come si fa un servizio di volontario, e magari avranno voglia di farlo anche loro!
Ma anche per noi la partecipazione alle lezioni è stata molto interessante e istruttiva. Ascoltare i nomi degli pesci e gli altri animali del mare in tedesco è stato quasi come ascoltarli per la prima volta.
Una cosa bellissima che Michi e Martin hanno fatto con i gruppi è stato il “cinema” finale. L’esercizio si svolgeva in questo modo: i tedeschi andavano in piccoli gruppi in acqua per prendere animali come molluschi, granchi, pesci, echinodermi come stelle o ricci di mare, senza dimenticare le alghe. Successivamente, dopo aver fatto un’analisi di cosa la “preda” fosse esattamente, la proiettavano sul muro per vedere tutto ingrandito.
Si poteva vedere ogni cosa in modo preciso: i pesci mentre mangiavano, la stella marina che si muoveva o anche i granchi che combattevano con una medusa! È stata una grande esperienza per tutti i partecipi e ci siamo divertiti molto!
Per avere più informazioni, vedi il link di UNIMARE:
Updated on Agosto 22, 2015
Organismi di parete ??
La Penisola Sorrentina, lingua di terra che corre verso il mare aperto, marca il confine tra il Golfo di Napoli e quello di Salerno. La sua posizione geografica la sottopone quotidianamente a delle correnti forti, che costituiscono un fattore importante d’influenza sugli ecosistemi che ospita. E’ caratterizzata da coste alte e scoscese di natura calcarea, e presenta in molte zone un substrato coerente di rocce. All’ estremità della penisola, fermiamoci un’attimo alla Punta Campanella, e più precisamente alla Baia di Ieranto, dove delle condizioni ambientali specifiche spiegano la presenzia e la ripartizione di specie animali e vegetali.
Tranne il substrato roccioso, primo fattore di distribuizione delle specie, dobbiamo sottolineare la particolarità geografica della baia che presenta due faccie esposte al sud (da Punta Campanella alla spiaggia grande / da Punta Capitello alla sipaggia piccola) e due faccie esposte al nord (da Punta Penna alla spiaggia piccola / da Punta Capitello alla spiaggia grande), sulle quale si osservano delle condizioni di luminosità ed apporti di calore diversi. D’altra parte, la baia è percorsa da venti che, oltrepassando le falesie che la proteggono, creano delle correnti che favoriscono la risalita di acqua profonda, che oltre ad essere più fresca e piluta, è ricca di ossigeno e nutrienti.
Per scoprire gli organismi che vivono in queste condizioni particolari, abbiamo trascorso una giornata per effettuare dei rilievi, per poi analizzarli, e capire la distribuzione delle specie. Ci siamo concentrati sugli organismi di parete : alghe e biocostruzioni, e per questo, ci siamo divisi in due squadre. La prima squadra, in kayak, aveva la missione di percorrere la baia rasentando la roccia alla ricerca di biocostruzioni mentre l’altra, in mare, equipaggiata di maschere e pinne, faceva un inventario delle alghe.
Le biocostruzioni:
«Una biocostruzione è qualsiasi struttura edificata da esseri viventi che si eleva dal fondo verso la superficie del mare e modifica, sia fisicamente che ecologicamente, l’ambiente locale (Fagerstrom, 1987; Bianchi e Morri, 1996; Bianchi, 2001). Le biocostruzioni tendono ad aumentare di volume o di spessore per l’accumularsi di generazioni successive di organismi, ma possono andare incontro a distruzione in seguito all’azione di organismi demolitori, secondo un ciclo di bioerosione (Bressan et al., 2001)»
Il gruppo in kayak ha quindi scoperto la presenza di quello che chiamiamo in francese dei «trottoirs», concrezioni di alghe rosse (sopratutto Lythophyllum byssoides e Corallina elongata) mineralizzate, che formano un tipo di marciapiede di roccia di origine vegetale. Queste biocostruzioni, per lo piu plurispecifiche, sono dunque il risultato di una lenta crescita, sovrapposizione e successiva fossilizazione dei talli (corpi vegetali) almeno in alcune parti morte. Possono assumere una notevole importanza paesaggistica come veri e propri «monumenti naturali», creando inoltre una maggiore disponibilità di nicchie per le specie preadattate a vivere nella zona intertidale (spazio di roccia interessato dall’escursione di marea). La presenza di queste formazioni è stata avvistata nelle grotte e nelle faglie rocciose (vicino Punta Campanella, verso la punta e la grotta del Capitello e nella grotta Zenzinada) dove le condizioni di scarsa luminosità e di temperature relativamente costanti sono unite per permetterle di crescere.
D’altra parte, sia sulle facce esposte al nord che su quelle esposte al sud della baia, sono stati trovati fossili di corallo vecchi 130. 000 anni, quando il livello del mare era piu elevato e la temperatura più alta, condizione necessaria per dar vita a biocostruzioni così sviluppate (per esempio sull’isola di fronte alla Zenzinada, tra Punta Capitello e la spiaggia grande, tra Punta Capitello e la spiaggia piccola …)
Le alghe:
Per fare l’inventario delle alghe, il secondo gruppo ha fotografato, al livello della superficie, 10 punti sulla faccia esposta a nord e 10 punti sulla faccia esposta a sud della baia. Poi, con l’aiuto di un programma informatico, il gruppo ha provato ad estimare la percentuale di copertura di ogni tipo di alghe per punto fotografato. Alla fine della giornata, hanno scoperto che la maggioranza di alghe rosse (Rodoficee)vivevano sulla faccia esposta a nord, mentre sulla faccia esposta a sud si trovavano maggiormente alghe brune (Feoficee)e verdi (Cloroficee).
La separazione dei gruppi di alghe in base al loro colore può sembrare superficiale, ma salvo alcune eccezioni, questa suddivisione è sostenuta da differenze biochimiche fondamentali. In tutti i gruppi sono presenti le clorofille, ma nelle alghe brune e rosse il pigmento verde è mascherato da pigmenti accessori -bruni e rossi- che conferiscono colorazioni distinte.
Di solito, tranne in alcune eccezioni, le alghe verdi sono più comuni vicino la superficie, le brune nella fascia a profondità maggiori e le rosse da quest’ultima fascia sino alle acque più profonde. Vale la pena ricordare che, dove si verificano delle eccezioni nella distribuzione verticale, si notano anche delle variazioni nel colore fondamentale. Per esempio, le alghe rosse che si trovano nella zona intercotidale superiore ( la zona dell’ambiente marino compresa tra i livelli della bassa e dell’alta marea) possono avere un colore porpora intenso, verdastro o praticamente nero. Le alghe brune presenti nella stessa zona possono essere giallastre o verdastre, mentre quelle presenti in acque più profonde, al di sotto della zona intercotidale, sono spesso di colore pressochè nero. Queste modificazioni -che si osservano frequentemente all’interno di una stessa specie- sono provocate da una variazione nelle quantità relative dei differenti pigmenti presenti nelle cellule e rispondono a variazioni delle condizioni di luminosità .
Ecco alcune delle aglhe trovate nella baia di Ieranto durante questa giornata:
Alghe verdi:
Sono le alghe più numerose e abbondano sopratutto nei mari caldi. Sono presenti sino alla profondità di 10 metri con una grande varietà di forme e dimensioni. Le alghe verdi hanno tutte in comune il fatto di possedere clorofilla in proporzioni simili a quelle delle piante.
> Monetina di mare, Halimeda tuna
E un’ alga composta di una serie di segmenti a forma di dischi e riuniti tra essi in modo che fanno pensare ad un fico d’india in miniatura. La colorazione è verde o verde-giallo, con le righe bianche dovute alle incrostazioni calcaree. Spinge sui sostrati rocciosi dalla superficie fino a 75m di profondità, e misura fino a 10 o 20 cm di altezza.
> Caulerpa a grappoli, Caulerpa racemosa
Si può trovare in tutti i tipi di fondale (sabbia, fango e roccia) da 1 a 40 m di profondità. Alga dai rametti eretti con piccoli grappoli di color verde ramificati. Il tallo è composto da un ramo principale, leggermente ingrossato che fa penetrare il rizoide nel terreno permettendo all’alga di assimilare sostanze dal substrato.
La Caulerpa racemosa sta colonizzando i nostri mari facendo diminuire in maniera drastica varie specie autoctone. La sua rapida diffusione è dovuta alla facilità di riproduzione attraverso piccoli frammenti trasportati dalle reti o dalle ancore delle imbarcazioni che una volta raggiunto il nuovo substrato riformano il tallo completo dell’alga.
> Ventaglio di mare, Udotea petiolata
Alga verde a forma di ventaglio ai bordi arrotondati, sostenuta da un corto peduncolo con cui si ancora alla roccia. Al momento della riproduzione, i bordi si scoloriscono e diventano bianchi. Questa alga non ama molto la luce, e si trova di solito tra 5 e 10m fino a piu di 40m di profondità. Misura fino a 10cm di altezza Cresce sui substrati rocciosi e coralligeni, in associazione con altre alghe. È inoltre un componente delle comunità epifite di Posidonia oceanica e di Cystoseira spp.
Alghe brune :
Abbondano nelle acque fredde sui fondali più duri e ciottolosi, si annoverano il Fuco gigante, un’ alga con le caratteristiche fronde munite di vescicole per il galleggiamento, e i Sargassi, di aspetto simile a quello delle piante con bacche e foglie.
> Coda di pavone, Padina pavonica
Il nome “Coda di pavone” deriva dalla forma caratteristica del tallodell’alga, che si apre a ventaglio a partire da un peduncolo ancorato al substrato tramite rizoidi. La consistenza è coriacea. Il colore è bruno chiaro, tendente al bianco, con bande più o meno scure per via della presenza di carbonato di calcioche si fissa sulla superficie dell’alga. Le dimensioni raggiungono i 20 centimetri di diametro, e cresce dalla fine del periodo invernalefino a primaveraavanzata; la riproduzione avviene in estate. La coda di pavone è comune nel Mediterraneo, e si presenta spesso in raggruppamenti numerosi, da pochi centimetri fino a circa 20 m di profondità, su fondali duri ben illuminati. Sopporta bene variazioni anche ampie della temperatura
Curiosità : Dalla P. pavonica viene estratto un principio attivochiamato Padina Pavonica HPS3 utilizzato in cosmeticaper idratarela pelle. L’HPS3 va a stimolare nelle cellule la produzione di glucosaminoglicaniche hanno la capacità di trattenere l’acqua e quindi di combattere l’invecchiamento cutaneo.
> Nastro a Forcelle, Dyctyota dychotoma
Forma ciuffi alti fino a 20 cm, di colore dal verde iridescente al bruno, costituiti da sottili lamine ramificate dicotomicamente (a due a due), che terminano con un apice bilobato ed arrotondato. Si fissa al substrato grazie ad un intreccio di rizoidi che formano una sorta di disco adesivo. Predilige i fondali rocciosi a partire da pochi metri di profondità, spesso in associazione con Cystoseira e Dyctyopteris, fino a 20-25m. La fase riproduttiva va da marzo ad agosto, periodo nel quale sulle fronde sono visibili, come piccole macchie scure, i tetrasporangi (organuli preposti alla formazione delle spore). Dalle spore si liberano i gametiche vengono trasportati dalla corrente.
Alghe rosse :
Offrono la massima varietà e abbondanza nei mari tropicali ma sono molto numerose anche in acque più fredde. Si trovano su fondali ciottolosi e sabbiosi e raggiungono di solito notevoli profondità : nel Mar Mediterraneo si trovano intorno ai 150 metri di profondità; molte di esse sono caratterizzate da ramificazioni rigide che le fanno assomigliare ai coralli.
> Alga bucatino, Trichleocarpa fragilis
E’ un’alga di consistenza calcarea, dura al tatto, di colore rosa o rossa, facilmente riconoscibile dalla forma ramificata e dai fori presenti sugli apici. Raggiunge circa 10 cm di diametro. È un’alga cosmopolita. Si trova nel Mediterraneo ma anche in tutti gli altri oceani nelle zone calde e temperate.Vive su fondali rocciosi a partire da circa 1m di profondità
> Corallina comune, Corallina elongata
Alga rossa composta da elementi calcificati a forma di piuma e di colore rosa. Molto tollerante alle variazioni delle condizioni ambientali, può formare dei vasti tappeti nelle acque poco profonde. È un’alga rossa di consistenza calcarea, ramificata ed eretta che si sviluppa sui fondi rocciosi e misura fino a 12 cm. Il tallo aderisce al substrato roccioso mediante una crosta adesiva discoidale. Popola i fondali rocciosi sino ad una profondità di 5–6 m.
> Rosa di mare rossa, Peyssonnelia rubra
Specie a forma di foglia, si allarga orizzontalmente e si attacca al substrato per mezzo di rizoidi: incisa o lobata al margine, segnata da linee radiali o concentriche sulla superficie. Colore che varia dal rosso scuro al rosso bruno. Comune su rocce ed alghe vicino alla superficie del mare, in luoghi molto ombreggiati, grotte e nicchie, e in profondità fino a 60 m. Sono alghe perenni, con organi di fruttificazione presenti da settembre a febbraio.
> Anfiroa rossa, Amphiroa rubra
L’alga anfiroa rossa è composta nella ramificazione di un tallo di formazione calcarea e quindi rigido ma fragile. E di colore rosa acceso verso la base dei talli al rosa quasi bianco all’apice
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E stata una bellissima giornata di esplorazione marina nel cuore della baia dove lavoriamo tutti i giorni. Scoprire queste specie, che riflettono le particolari condizioni dell’ambiente di Ieranto, ci ha permesso di aprire gli occhi e di imparare a vedere il mondo degli organismi di parete di questo posto stupendo. Adesso vediamo la baia con un’altro sguardo. Venite pure voi a scoprirla!
Updated on Novembre 20, 2020
Le Pulizie di Primavera sulla Spiaggia
Il 8 maggio, uno dei nostri primi contributi attivi a migliorare l’ambiente italiano ci ha portati – dove altro? – alla baia di Ieranto! Siamo andati in kayak (prima volta anche quella!) sul mare ventoso e agitato. Ci sono due tipi di kayak da usare nella baia: i “sit-on-top”, meno veloci ma più facili da guidare, e quelli rossi, piccoli e velocissimi. Quel giorno, i kayak rossi erano riservati ai nostri esperti tutori.
E’ stata una bella esperienza essere capaci di muoversi liberamente nella baia ed esplorarla nella luce del sole. Ma più che per divertirci al sole eravamo venuti quel giorno a Ieranto per lavorare. Per pulire le due spiagge di Ieranto ci siamo divisi in due gruppi. La missione: raccogliete tutti i rifiuti! E’ stata la prima pulizia di primavera, dopo le mareggiate invernali e dopo una settimana piovosa e ventosa, quindi i rifiuti erano tanti. Tutti i rifiuti non sono stati solo raccolti, ma anche contati e documentati. La maggior parte dei rifiuti consisteva in polistirolo, bottiglie di plastica, diversi altri pezzi di plastica, e qualche lattina.
I reperti più spettacolari includevano una grande insegna di ferro arrugginito ed un frigorifero. Riportare tutto questo quindi è stata una sfida, e Gaelle ha dovuto consegnare il suo kayak e Tanja e Valentina le hanno dato un passaggio sul doppio kayak.
Il mare era un po’ agitato, e quindi ha causato qualche incidente per Mikus e Frauke, che sono stati travolti dalle loro canoe quando hanno cercato di rimetterle in mare. Perciò i contenuti dei loro kayak sono caduti nell’acqua. All’insaputa di Mikus, il suo kayak conteneva una delle nostre fotocamere subacquee. Per fortuna Mimì ha deciso di fare una foto tutti insieme nelle canoe prima di uscire dall’acqua, quindi l’assenza della macchina fotografica è stata notata in tempo. Dopo una breve inchiesta dell’“investigatore” Sgambati su chi aveva dato la camera mancante a chi, in quale momento e dove l’avevano messa, abbiamo capito la sua posizione più probabile e siamo tornati velocemente a recuperarla con successo.
Il nostro secondo giorno di pulizia, invece, ci ha portati alla bella marina di Crapolla. Il furgone verde di Mimì ci ha trasportati a Torca, dove abbiamo incontrato Andrea, stagista dell’Area Marina Protetta Punta Campanella. Dopo avere sceso 650 gradini, siamo arrivati nella baia. Un posto meraviglioso, però purtroppo coperto da rifiuti a perdita d’occhio.
Armati con le buste nere e viola ci siamo avviati ancora una volta a separare polistirolo, bottiglie di plastica e migliaia di piccoli pezzi di plastica da ferro, stoffa, vetro, e tanti altri spesso indefinibili oggetti. Nel frattempo, Andrea annotava diligentemente ogni numero che gli abbiamo gridato.
Alcuni pezzi di rifiuti sono stati riusati immediatamente per creare un’opera d’arte, oppure come strumenti a percussione da Alvaro e Mimì, e naturalmente la bella musica ci ha facilitato il lavoro.
Dopo alcune ore di lavoro sotto il sole, abbiamo fatto la pausa pranzo e, alla fine, abbiamo avuto l’opportunità di ammirare il Fiordo di Crapolla pulito, in tutta la sua bellezza.
Prima di risalire i 650 gradini, abbiamo ammassato ordinatamente tutte le buste raccolte sulla spiaggia, pronte per essere ritirate col gommone qualche giorno dopo, il 12 maggio. Abbiamo fatto ancora un po’ di pulizia anche quel giorno, e alla fine abbiamo portato tutti i rifiuti a Marina del Cantone col gommone del Parco.
Il gommone ha dovuto fare due giri per prendere tutto quello che abbiamo trovato: in totale 140kg, compresi 15kg di polistirolo (tantissimo, considerato che è leggerissimo – erano 10 buste piene), 16kg di pezzi e bottiglie di plastica, 50kg di rifiuti indifferenziati non riciclabili, 43kg di ferro, e anche una batteria di una macchina.
Questa grande quantità di rifiuti che abbiamo raccolto su solo due piccole spiagge rappresenta soltanto una minuscola frazione delle immense quantità che galleggiano sui nostri oceani, e ci ricorda una cosa importante: