La Festa del Pesce a Positano

Poiché siamo piccoli volontari, a volte ci basta poco per farci essere felici e orgogliosi di quello che facciamo.

Il 27 e 28 settembre siamo stati a Positano per la celebre Festa del Pesce: due belle giornate di umanità ed incontri, di relax ed arricchimento. Umanità ed incontri per la solidarietà e l’amicizia con nuovi volontari. Relax grazie al sole (c’erano più di 25 gradi), al mare dai colori caraibici e al panorama meraviglioso. Arricchimento grazie agli incontri inattesi: gli abitanti di Positano, che durante il fine settimana  possonoIMGP1784 trasformarsi in gradevoli guide, i sorrisi delle persone e una cucina che ti fa venire l’acquolina in bocca.

Tutto questo descrive in poche parole il nostro simpatico fine settimana a Positano.

La nostra missione principale è stata di partecipare attivamente a questa bella Festa del Pesce, organizzata da più di venti anni, in collaborazione con l’associazione Macchia Mediterranea e l’hotel Pupetto, sulla spiaggia di Fornillo.

L’incontro con l’associazione Macchia Mediterranea e stato molto piacevole, alcuni Marelini avevano già incontrato in precedenza alcuni membri dell’associazione, ma per me questa e stata la prima volta. Lavorare e collaborare insieme è stato veramente un piacere reciproco.

IMGP1774“Macchia Mediterranea” è un’associazione ambientale creata di recente (aprile 2014). È stata costituita da 9 dirigenti, tutti abitanti di Positano, già in precedenza molto impegnati a favore della protezione dell’ambiente e della comunità. L’obiettivo principale dell’associazione per il futuro è riuscire a mantenere pulita la statale che collega Amalfi a Piano di Sorrento, in particolare nei dintorni di Positano e Praiano.

Infatti questa strada è una delle più belle d’Italia, ci offre un panorama meraviglioso di tutta la costiera amalfitana e della sua acqua cristallina. Tuttavia, elevata a più di 250m di altezza, la strada subisce i numerosi passaggi dei turisti e degli abitanti e, nonostanteIMGP1773 la bellezza del paesaggio, qua e là sono accumulati grandi ammassi di rifiuti. Recentemente l’associazione Macchia Mediterranea ha lanciato un urlo di protesta verso la comunità di Positano, per metterla di fronte a questo problema e trovare un modo per collaborare insieme alla pulizia e al mantenimento di questa bella strada.

L’associazione Macchia Mediterranea e il progetto MARE hanno recentemente potuto lavorare insieme per la pulizia della spiaggia di Tordigliano e del sentiero che conduce ad essa. La collaborazione ha portato alla raccolta di oltre quindici buste di rifiuti. Questo risultato si è ottenuto solo in una mezza giornata di lavoro.

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foto di Marianna Rispoli

Il nostro secondo incontro con l’associazione è stato, quindi, in occasione di questa festa del pesce, tra i grandi stand che vendevano piatti di pesce (frittura di pesce, cozze, totani e patate etc etc…). Il ruolo dei marelini e dell’associazione è stato di gestire tutti i rifiuti durante la serata, spiegando ad ogni visitatore il sistema di raccolta differenziata. Eravamo quattro Marelini, 3-4 rappresentanti dell’associazione Macchia Mediterranea e altri ancora. Abbiamo dovuto guidare i visitatori quando dovevano buttare i loro rifiuti ed essere presenti affinché si potessero rendere conto, almeno durante questa serata, dell’importanza e dell’enorme quantità dei rifiuti prodotti. È stato un bel modo di farli partecipare attivamente alla raccolta differenziata (plastica, organico, vetro) grazie alle decine di cestini installati sulla spiaggia. Il “top” è stato scoprire che i visitatori hanno mangiato con piatti e forchette non di plastica (la nostra fobia) ma di IMG_3106cartone e legno, tutto ovviamente biodegradabile. È stata una bella scoperta, una scelta encomiabile per questo tipo di evento ed in linea con i principi della protezione dell’ambiente. È stata una soluzione eccellente per combattere l’uso della plastica semplicemente proponendo piatti solidi, convenienti ed ecologici.

Tale scelta dovrebbe essere più diffusa non solo in questo tipo di evento, ma anche in semplici picnic o qualsiasi riunione, dato che piatti di cartone e forchette di legno possono essere gettati senza problemi nel cestino dell’organico e si degradano abbastanza velocemente, al contrario della plastica o del vetro.

festapesce2Questa soluzione è stata implementata qui per la prima volta e io penso che possiamo essere contenti del ruolo da noi svolto e di questa bella attività. Spero che sia possibile ripetere l’evento anche l’anno prossimo e magari estendere le attività di protezione ambientale anche agli altri eventi regionali.

Ringraziamo i dirigenti di Macchia Mediterranea per averci consentito di collaborare con loro. Ringraziamo anche i diversi e numerosi volontari che hanno permesso la realizzazione di questa festa per la loro affettuosa accoglienza e il loro buon umore.

Sinda M

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Raduno Kayak nell’AMP Punta Campanella

 

Dal 5 al 7 settembre 2014 una trentina di canoisti e amanti della natura, tra cui noi Marelini, si sono incontrati per il XIII Raduno di Canoa e Kayak, organizzato dall’Asd Campania Adventure, dall’Ass. Simbiotica, dalla Lega Navale di Sorrento, e dal Karama Yacht club, in collaborazione con l’Amp Punta Campanella.

Abbiamo approfittato di una grande pagaiata di 47 km (almeno secondo i nostri calcoli), 3 giorni di mare con esperti, guide naturalistiche e istruttori di kayak, per conoscere le bellezze del nostro territorio in modo ecosostenibile.

Il programma della tregiorni è stato intenso: Da Praiano, passando per Ieranto, girando a Punta Campanella e continuando finno Piano di Sorrento.

 

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Venerdì 5 settembre [21 km] – partenza da Marina di Praia (Praiano), visita al fiordo di Furore, Positano e spiaggia di Tordigliano. Arrivo a Marina del Cantone (Nerano), dove i canoisti hanno trascorso la notte al Camping Nettuno.

Sabato 6 settembre [13 km] – partenza da Nerano con arrivo al Karama Yacht Club (Marina di Puolo), passando per: la Baia di Ieranto (immaginate un “branco” di kayak invadere la baia nella tranquillità mattutina. Nessun rumore tranne l’acqua accarezzata dalle pagaie… un vero piacere), la Cala di Mitigliano e Marina della Lobra.

 

I canoisti nella Baia di Ieranto

Domenica 7 settembre [13 km] – partenza dal Karama Yacht Club con direzione Bagni della Regina Giovanna, con un breve ritorno indietro salutare la Madoninna del Vervece, durante i festeggiamenti in suo onore. I canoisti li si sono resi conto che non è facile pagaiare tra il rumore ed il tanfo delle barche. Successiva visita ai ninfei romani di Sorrento e alle grotte tufacee di Piano di Sorrento, per approdare finalmente a Marina di Cassano, termine dell’avventura.

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Nei Bagni della Regina Giovanna
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Visitando la Madoninna del Vervece

 

 

 

 

 

 

 

E`stata una esperienza fantastica condividere la sofferenza data dal troppo sole, i bei panorami e la soddisfazione dell’arrivo con questi amanti della canoa. Insomma, un raduno no-profit per lanciare un messaggio: il Parco Marino si vive in canoa e non in barca!

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Cala di Mitigliano

 

 

Torri della Penisola Sorrentina

 

 

Una cosa impressionante nella Penisola Sorrentina è che esistono Torri di quasi 500 anni, fatte per difendersi dai pirati. Oggi possiamo vedere cosa è rimasto delle torri. Alcune sono conservate davvero bene, ma altre non sono in uno stato così buono. Molte torri sono state privatizzate dalla popolazione locale e oggi sono alberghi o luoghi turistici. Altre sono state ristrutturate per la loro importanza. Altre, infine, sono completamente abbandonate e quasi crollate.

 

Nella prima parte del sedicesimo secolo, i popoli del Regno di Napoli hanno iniziato a non sentirsi al sicuro perché i pirati attaccavano spesso le loro città e i villaggi. Negli anni successivi gli attacchi sono aumentati tanto che le persone hanno iniziato a pensare a come proteggersi.

 

Nell’anno 1563, sotto il regno di Filippo II, sovrano di Spagna, si è dato inizio nel Regno di Napoli ad un progetto di costruzione di 400 torri. Ogni torre è stata finanziata da imposte straordinarie per le popolazioni locali e le Università.

 

La posizione e la distanza tra le torri sono state analizzate e calcolate da specialisti che hanno esplorato e imparato il paesaggio della costa napoletana. La posizione di ogni torre è stata scelta in modo davvero specifico per assicurare che ciascuna torre potesse vederne altre. Ad esempio, in luoghi con una costa regolare sono state costruite meno torri di quante ne hanno costruite lungo la costa più frastagliata. Le torri più grandi sono state edificate vicino ai luoghi importanti, le torri più piccole in prossimità dei piccoli centri. Inoltre le torri più vicine ai luoghi importanti contentavano più armi. Per la loro costruzione sono stati utilizzati materiali della zona, come il calcare o la pietra vulcanica ed anche i lavoratori reclutati facevano parte della popolazione.

 

Le torri utilizzavano canoni che avrebbero potuto sparare con una precisione di un 1 km, ma la lunghezza massima che poteva raggiungere il tiro arrivava fino a 3 km. I canoni sono stati utilizzati solo in attacchi diretti, quindi la popolazione poteva essere informata dallo sparo che una barca stava raggiungendo la costa. Inoltre, le torri avevano un codice utilizzato solo per informare sul percorso o l’entità di una barca: usavano il fuoco durante la notte e suonavano l’allarme durante il giorno.

 

Nell’intero Regno di Napoli erano presenti 400 torri in cui militavano 1.200 soldati. Queste torri erano l’abitazione dei soldati che abitualmente vivevano lì.

Approfondimento : La Posidonia

È il simbolo del Mar Mediterraneo e si sviluppa sul fondale sabbioso ad una profondità variabile tra 1 m e 30-35 metri, potendo beneficiare di una grande luminosità.

Infatti, noi piccoli viaggiatori l’abbiamo spesso incontrata durante le nostre passeggiate sulle coste mediterranee e, spesso, ci siamo chiesti cosa fosse questa “cosa” che non ci permetteva di godere di una bella spiaggia. Questa pila di Posidonia sulla spiaggia si chiama: «Banquette».

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In realtà, gettata dalle onde sulle spiagge durante l’inverno, la Posidonia ci appare come un’alga qualsiasi… ma ci siamo mai chiesti a cosa serve e quale è la sua importanza nel sistema marino?

A dir il vero, la Posidonia non è un’alga ma una piante che vive sul fondo marino. Produce piccoli fiori e frutti, che assomigliano a delle piccole olive, ed ha anche un radice, un stelo e delle foglie. Inoltre, la sua modalità riproduttiva è identica a quella delle piante terrestri. Il suo ruolo è di primaria importanza per la protezione dell’ecosistema marino, per la protezione delle spiagge dall’erosione e per lo sviluppo della fauna marina. Come una pianta terrestre, porta ossigeno e cibo a una moltitudine di specie marine. schema posidonia

Può arrivare fino a 1 metro di altezza, ha la capacità di ammortizzare la forza delle onde e l’energia delle correnti, consentendo ad alcuni animali di trovare un posto sicuro e di deporre tranquillamente le proprie uova lontano dai predatori. La superficie delle foglie si trasforma in un luogo ideale per lo sviluppo di un grande numero di micro organismi.

La Posidonia oggi è in via di estinzione nelle profondità del Mar Mediterraneo a causa del traffico marittimo, sia trasporto di merci sia turistico, e a causa dell’elevatissimo numero di ancoraggi. Quando una barca vuole salpare l’ancora (ndr. recuperare l’ancora dal fondale) dopo la sua fermata nel mare, questa prende nel sua scia la Posidonia fiorente sul fondale. Purtroppo, però, non estirpa solo le foglie ma anche la parte inferiore, che è davvero importante, cioè i Rizomi che rappresentano la radice. Questo può generare, nel corso dei decenni, l’estinzione di enormi praterie di Posidonia. La crescita verticale dei Rizomi è molto lenta: un Rizoma e impiegare un secolo per svilupparsi fino ad 1 metro di altezza. L’estinzione, data dall’inquinamento e delle aggressioni ai fondali, di una parte di prateria di Posidonia può provocare addirittura il restringimento di una spiaggia.

POSIDONIA

Grazie alla collaborazione tra il Parco Marino AMP PUNTA CAMPANELLA, l’Ass. Simbiotica e il FAI, è stata rilevata la necessità di preservare, soprattutto nel periodo estivo (dato il forte afflusso di turisti), le praterie di Posidonia presenti sui fondali della Baia di Ieranto, luogo lungamente sfruttato dalle barche negli anni passati. Per questo motivo, nella Baia di Ieranto è proibito l’accesso delle barche a motore (se non autorizzate) e la pesca in determinati periodi dell’anno.

Alla luce di ciò, il nostro ruolo è per cosi dire di primaria importanza: siamo i guardiani di questa bella Baia e, provvisti dei nostri kayak, spieghiamo alle barche che entrano per cercare un posto tranquillo, che semplicemente è vietato di gettare l’ancora e usare il motore per non disturbare le specie marine. Se vogliono godersi la Baia, devono munirsi di coraggio e della forza delle loro braccia e usare i remi o la vela (se hanno barche a vela) oppure lasciare la baia e venire a piedi, percorrendo il sentiero da Nerano e facendo una bella passeggiata di 40 minuti, certamente lunga ma ne vale veramente la pena.

IERANTO

Dopo il lavoro dei volontari del Progetto Mare e, negli anni precedenti, dei volontari dell’Ass. Simbiotica, i ricercatori hanno potuto notare una grande sviluppo dei Rizomi. Ciò significa tanto per noi e per la natura e, quindi, deve continuare ad essere cosi per gli anni a venire. Così, evitare l’invasione durante l’estate di barche turistiche nella Baia, permette alla Posidonia e alle altre specie di svilupparsi nelle profondità.

Per concludere, ciò ha si una ricaduta positiva per lo sviluppo della fauna e della flora marina ma ha anche un impatto  positivo per le attività professionali importanti della regione, cioè la pesca. Così tutti possono avere ” leur part du Gateau”*

Se concediamo un po’ di tempo alle specie marine per svilupparsi e riprodursi, ci saranno tanti benefici per loro quanto per noi e per le generazioni future.

* “la loro fetta di torta”

Sinda M

1, 2… Compost!

 
 
 
 
Il compostaggio è una tecnica per trasformare, grazie agli organismi decompositori, i rifiuti organici in compost, cioè concime di alta qualità.

 

mangiando compost

 

Avere un compost in casa è molto importante. Il compost infatti:

– riduce la quantità di rifiuti che si devono trasportare nella discarica o nell’incineritore;
– consente di chiudere il ciclo della materia organica, restituendola di nuovo alla terra;
– ci permette di avere concime di alta qualità (senza prodotti chimici) per le nostre piante.

 
Il compost offre diversi vantaggi

– Per la terra: facilita delle ottime condizioni di umidità e aerazione, è anche un prodotto naturale senza prodotti chimici e libero da patogeni.
– Per le piante: è molto ricco in nutrienti.
– Per noi: non dobbiamo cercarlo e neanche comprarlo, lo auto-produciamo.

 

 

COME CREARE IL COMPOST? CON LA COMPOSTIERA!

Ci sono diversi tipi di compostiera (nel nostro caso l’abbiamo fatta di legno) ma si può fare anche con una rete metallica di maglia.

compostiera legno compostiera maglia metallica

Comunque, ogni compostiera deve avere alcune caratteristiche essenziali:

– entrate laterali di aria che portano ossigeno; le entrate non devono essere troppo grandi, perche è necessario mantenere     anche le condizioni ottimali di temperatura;
– bisogna applicare un coperchio nella parte superiore per proteggere il compost dalla pioggia e non arrivare ad una eccesiva umidità;
– priva di base, cioè in contatto diretto con la terra per consentire l’accesso degli organismi decompositori;
– facilità per l’appertura e la gestione.

 

 

COSA POSSIAMO INTRODURRE NELLA COMPOSTIERA?

La tabella di seguito lo spiega in modo semplice ed essenziali e si riferisce ad un compost per una cucina domestica.

tabella itaPoi, esistono tante particolarità, ma in generale è buona regola seguire questi consigli: –  tutta la materia deve essere organica; –  più schiacciati sono i pezzi, più veloce sarà la decomposizione; –  la varietà sempre è buona, si possono aggiungere foglie seche o paglia per fare la mischia più eterogenea.

 

 

COSA SUCCEDE DENTRO LA COMPOSTIERA?

Semplicemente avviene una decomposizione della materia organica, a causa dell’azione dei micro-organismi, in un procceso di OSSIDAZIONE. Questo processo dura in media 5-6 mesi e si compone in due grande fasi: DECOMPOSIZIONE e MATURAZIONE del compost.curva ita

 

Sono tre i fattori chiave per un efficace processo di ossidazione:

– la TEMPERATURA ottimale cambia a secondo della fase (15-70ºC). Noi possiamo facilitare il proceso trovando un buon posto per la compostiera, cioè al riparo dal sole in estate e non troppo fredo in inverno;
– la UMIDITÀ ottimale è compresa tra 40-60%, con poca il processo diventa molto lento mentre con troppa umidità la quantità di ossigeno diminuisce;
L’AERAZIONE deve essere superiore al 10% perche se non c’è abbastanza ossigeno il processo diventa anaerobico e si ha la putrefazione degli elementi.

 

Potremmo parlare molto di più del compost, ma il resto dei dettagli li lasciamo scoprire alla vostra curiosità e vi incoraggiamo a fare una vostra compostiera.

 

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NOI GIÀ L’ABBIAMO FATTA! C’VERRIM!