Formazione SVE

23 giugno 2016 , la formazione per I volontari di EVS per l’anno 2016 inizia , siamo pronti per una nuova avventura. La formazione era a Vitorchiano vicino Roma, un posto molto bello dove abbiamo amato la magia della natura . Siamo 24 volontari di molti paesi (Francesi, Spagnoli, Moldavi, Armeni, Bulgari, Irlandesi, Lituani, Cechi, Tunisini). I primi due  giorni abbiamo fatto molte attività per conoscere più gli altri , anche per avere un’ idea del programma delle attività .Ogni giorni abbiamo frequentato un corso di italiano per 4 ore , delle 9 alle 13 , secondo me sono molto bravi perché tutti hanno imparato qualcosa in più e possono parlare meglio l’italiano.20160625_175909 13521931_10153812339466298_2043876208806661391_n

Abbiamo parlato anche degli altri progetti del EVS , se qualche persona tra noi ha problemi con il loro progetto, e la cosa  più importante per me è stata conoscere nuove persone che lavarono come noi, e possiamo fare uno scambio culturale con loro. Anche abbiamo preso parte a dei corsi della lingua dei gesti in Italia, della cucina italiana, della storia della mafia in Italia, e infine (cinema, canzoni, scrittori famosi…) DSC03248 DSC03240A Viterbo abbiamo fatto come un sondaggio su differenti argomenti , come la religione , la situazione economica in Italia…  e abbiamo parlato con le persone per  raccogliere informazioni. Questa esperienza , e molto bella perché tutti hanno imparato molte cose nuove e abbiamo conosciuto molti brave persone .

Lavora con i turisti

Sono in Italia già da tre mesi. Grazie al mio progresso durante questi tre mesi, lavoro di più e con molte più persone. Non si tratta solamente di condividere le conoscenze con i bambini durante le lezioni scolastiche riguardo alla popolazione marina delle tartarughe, si tratta anche di passare il tempo insieme a studenti e adulti parlando e condividendo tutte le conoscenze e le abilità fin qui apprese.

Pochi giorni fa, ho lavorato con due gruppi di visitatori provenienti dagli Stati Uniti e dalla Germania. Durante questi giorni, ho messo in pratica tutto quello che ho imparato. Il primo passo è stato quello di parlare con le persone (attraverso una presentazione o meno) circa la penisola sorrentina, un ambiente naturale locale, mostrando loro di cosa si tratta. Il nostro team ha coinvolto i gruppi nelle attività di comprensione dei diversi cicli della vita, facendo domande e guidando le discussioni. Per esempio: cos’è la biodiversità? Come respirano le piante sott’acqua? Perché le piante subacquee sono differenti e in che modo sono importanti per la vita sulla Terra? In che modo le barche da ancoraggio distruggono le piante? In che modo le reti di pesca distruggono (minacciano) i grandi animali come le tartarughe o i delfini? Qual è la differenza tra le tartarughe che vivono sulla sabbia, nell’acqua o in mare? Qual è l’impatto umano sull’ambiente e come possiamo noi incoraggiare attività a favore dell’ambiente e ridurre quelli negativi?

La teoria non è sufficiente. Bisogna mettere in pratica ciò che si è imparato, in questo modo quello potrà diventare una consuetudine. Perché i pensieri senza l’azione sono solo idee e non cambiamenti pratici. Così, dopo la presentazione di Mimi, facciamo snorkeling o andiamo col kayak insieme alle persone per mostrare loro l’ambiente locale. Il mio compito è quello di spiegare loro come usare la maschera da immersione, come respirare correttamente, come remare in kayak e in generale dare aiuto a Francesco e Mimi. L’ultima settimana ho anche affrontato una situazione in cui una coppia di partecipanti è caduta in acqua mentre era sul kayak e io non potevo farli risalire sul kayak, poiché uno di loro lo aveva affondato. In questi casi bisogna essere veloci e abili nel soccorso. Ma io e i miei colleghi ci sentiamo molto soddisfatti quando vediamo i partecipanti raccogliere la spazzatura dal mare senza fare domande, perché loro sanno che un mondo migliore non si costruisce con le parole ma con le azioni.

Il primo monitoraggio della Baia di Ieranto

Dopo il primo corso di kayak alla  Baia di Ieranto mi sento più sicura e professionale con il kayak (professionale.. nel senso che finalmente potrei  andare in giro col mio kayak senza urlare “Francescoooooo, come fai a fare questo?? Aspettami!”). Quel giorno faceva un po più  freddo del solito, ma il tempo non mi ha fermato, “Latvian Power”, troppo bello andarea fare il bagno alla  baia. Dopo ci siamo divisi  in due squadre. Radek e Nuria snorkeling mentre io, Lisa (la tirocinante americana del ST. Anna Institute) e Mimi con i kayak, per monitorare e imparare qualcosa sulla  natura e le grotte.

Siamo stati in kayak, ma improvvisamente ha iniziato piovere e siamo entrati in una  grotta per ripararci. Non abbiamo perso tempo e abbiamo studiato i particolari della prima grotta, quella del Capitello. Mimì ci ha chiesto di notare le differenze tra gli organismi nella parte più buia della  grotta e quelli più alla  luce. Anche noi abbiamo imparato i differenti colori delle rocce e le loro strutture. Abbiamo ascoltato le diverteneti storie su  queste grotte. Per esempio i preti venivano nella Gotta del Presepe per pregare, o molti anni fa dei pescatori solitari, entrando nella Baia di Ieranto,  e vedendo le stalattiti della Grotta della  Zenzinada  hannoimmaginato dei  capezzoli, da qui il nome stesso. Dopo qualche tempo smise di piovere, e uscendo dalla graotta abbiamo visto una barca ancorata nella Baia che è Area Marina Protteta. Siamo andati con i kayak fino all’ imbarcazione e abbiamo spiegato loro i motivi per i quali non è possibile  ancorare nella zona gialla. Fortunatamente se ne sono andati  subito, e abbiamo continuato a controllare ed esplorare l’area.

Alla fine siamo tornati alla spiaggia  dagli altri volontari ( il  Ceco e la Spagnola ) per il nostro turno di esplorazione marina. E’ stato un buon esercizio per capire al meglio il posto dove trascorreremo  gran parte dell’estate. Abbiamo imparato tanto e allo stesso tempo, giocato  urlando “Ragazzi! Attenzione!”, ridendo, spruzzandoci l’acqua ridendo e cantando anche quando è iniziato piovere moltissimo. Alla fine della giornata siamo tornati a Nerano affamati e stanchi ma soddisfatti di aver imparato qualcosa di nuovo.

Liberazione di tartarughe!!!

Alla fine il momento più felice del processo di recupero tartarughe marine è  arrivato! Noi abbiamo avuto la fortuna di essere presenti al rilascio di 8 tartarughe, in due diversi giorni. Un sacco di gente ha voluto 13308368_1009240515832999_5106692561468348288_ocondividere questo momento e abbiamo avuto tante  grandi emozioni insieme!
Per le tartarughe il momento della liberazione è abbastanza stressante perchè non sanno che dopo aver trascorso alcuni mesi in un posto del tutto innaturale per loro,  in quel  momento saranno  liberate di nuovo verso il mare!
Le tartarughe sono spesso salvate dalle reti dei pescatori, nelle quali erano state catturate, alcuni esemplari presentavano anche delle ferite,e sono stesso i pescatori che chiamano gli operatori dell’ Area Marina Protetta di Punta Campanella,che le portano al centro di recupero a Napoli.E’ grazie a tutte le persone che avvisano ogni volta che vedono tartarughe in difficoltà, che molti di questi animali così vulnerabili, possono essere salvati.
La parte più difficile del lavoro di recupero è senza dubbio fatta dagli specialisti della Stazione Zoologica di Napoli, che si prendono cura delle tartarughe durante tutto il tempo di cui hanno bisogno. Le principali minacce che devono affrontare le tartarughe marine sono gli strumenti da pesca, l’ inquinamento marino , la distruzione dei loro habitat e dei punti di nidificazione. Questi sono grandi problemi, per questo ogni piccolo aiuto che possiamo offrire è assolutamente necessario e utile per la loro conservazione.

Sabato 4 Giugno persone della squadra del progetto MARE, della Stazione Zoologica di Napoli (dove le tartarughe sono state in curate), di Fondali Campania e i bambini di una scuola, hanno liberato 4 tartarughe da diverse imbrcazioni. Gli animali hanno lasciato le acque del Parco Marino di Punta Campanella per tornare in mare aperto (a due miglia dalla costa di Nerano). E ‘stato un momento davvero speciale. Tutti noi avevamo un mix di emozioni. Eravamo felici, eccitati, con grandi sorrisi sulla faccia e, allo stesso tempo, eravamo preoccupati: volevamo che le tartarughe stessero bene e che la liberazione   finisse senza problemi.
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Nel momento in cui abbiamo visto le tartarughe libere e in grado di nuotare via senza difficoltà, la squadra ha pensato solo  ad incitarle! Siamo tornati a terra ancora più felici di quanto lo fossimo quando la giornata è iniziata con la sensazione che avremmo vissuto una grande emozione.
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Lunedi ‘6 giugno abbiamo ripetuto l’esperienza. In questa occasione, abbiamo liberato quattro tartarughe da una spiaggia di Salerno. Sono arrivate prima le tartarughe, e noi siamo stati impegnati in diverse attività con i bambini della scuola “San Giovanni Bosco” di Ponticelli, dove abbiamo fatto il laboratorio Marine Turtles una settimana prima. E ‘stato davvero bello vedere di nuovo i bambini e condividere tale momento speciale con loro. Hanno imparato molte cose sulle tartarughe a scuola ed è stato bello vedere come li abbiamo aiutati ad  ampliare le loro conoscenze sulla vita marina e sulle tartarughe.
DSC_0058Tutti noi eravamo molto eccitati e quando abbiamo finalmente visto le tartarughe camminare sulla sabbia per raggiungere il mare, è stato assolutamente incredibile.  E’stato sorprendente che gli studenti e gli spettatori potessero godere di questo momento tutti insieme. Naturalmente, si tratta di un’attività molto importante che rende le persone più consapevoli dei problemi e dei metodi di conservazione delle tartarughe marine.

OLYMPUS DIGITAL CAMERAMi sento così orgogliosa, fortunata e felice di aver potuto partecipare attivamente ad un’avvenimento così speciale e, naturalmente, voglio condividere con voi un po’ di questi momenti incredibili!!!

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Laboratorio delle Tartarughe marine

Tartarughe marine!! Animali in pericolo con vita interessantissima e molto complicata. Vogliamo sapere di più le sue attività, i suoi movimenti, le sue minacce… Questa è il miglior modo che abbiamo per proteggerle e provare a migliorare la critica situazione che abbiamo creato distruggendo il suo habitat e i siti di nidificazione, inquinando il mare e lasciando mille ostacoli sul suo cammino.
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Ci sono tantissime cose da conoscere sulle tartarughe marine e i bambini sono il migliore pubblico. 20160526_094947

 

È importante che i bambini conoscano, rispettino e amino le tartarughe marine (ma anche tutti gli altri animali): loro rappresentano il futuro ed è fondamentale capire che non si può andare ancora lungo questa strada piena di errori. Non è tanto complicato vivere in un modo più sostenibili ma per questo abbiamo bisogno di sapere come fare lo.

OLYMPUS DIGITAL CAMERACon questa idea, parte della squadra del progetto MARE è andata due volte alla scuola di Ponticelli “San Giovanni Bosco” per condividere un poco delle nostre conoscenze con bambini che dopo due settimane andranno con noi alla liberazione di quattro tartarughe! Sara una attività incredibile!!!OLYMPUS DIGITAL CAMERAAbbiamo spiegato molte cose delle tartarughe marine a bambini di diversi classi e diverse età, abbiamo imparato, abbiamo fatto domande, abbiamo dubitato, abbiamo trovato la soluzione, abbiamo giocato e abbiamo avuto un geniale tempo insieme. Adesso penso che tutti noi siamo un poco più pronti per capire i problemi che devono affrontare le tartarughe marine nel corso della loro vita.20160526_125642

Mi piace molto trascorrere del tempo a parlare con i bambini di un tema così interessante e importante per me e vedere come a loro anche piace. È molto arricchente vedere come possiamo imparare e ridere un sacco nello stesso tempo.OLYMPUS DIGITAL CAMERANon vedo l’ora di fare altre attività sulle tartarughe marine e sono felice perché so che sono in arrivo. E di sicuro vi aggiorneremo su questo blog.