Posted on Giugno 11, 2018
PADI OPEN WATER DIVER COURSE
Benvenuti sotto il mare.. Noi (Fabien, Dani e Laura) abbiamo approfittato il tempo libero dato dal Project M.A.R.E. per fare un’attività che davvero volevamo fare-Corso di immersioni subacquea: Open Water. A poche metri dalla nostra casa di volontari, situata nel piccolo porto di Marina della Lobra, abbiamo passato una settimana al Centro Diving Punta Campanella per imparare, praticare ed esplorare il mondo delle immersioni subacquee.
Il PADI Open Water Diver course è il corso subacqueo più famoso e più riconosciuto al mondo. Questo corso consiste in tre fasi principali: sviluppo della conoscenza per comprendere i principi di base delle immersioni subacquee, immersioni in acque confinate per apprendere le abilità subacquee di base e per ultimo, Immersioni in acqua aperta per utilizzare le abilità imparate ed esplorare. Insieme ai nostri istruttori Gianluigi, Lisa e Victoria abbiamo imparato la teoria, le regole importanti, l’uso delle attrezzature e la preparazione prima dell’immersione. Abbiamo fatto molti esercizi per essere sicuri e preparati per l’avventura subacquea.
Immergersi è un incontro incredibile con il mare che ti fa sentire parte di un altro mondo. È la sensazione di volare nel mondo acquatico. Questa esperienza ci ha portato a una relazione più profonda e più sensibile tra noi e il Mar Mediterraneo. In estate viviamo praticamente su kayak nella baia di Ieranto in cima alle acque blu. Stiamo proteggendo la vita acquatica dall’impatto umano. L’osservazione diretta di queste acque blu, la possibilità di percepire la bellezza e i colori di questo mondo è molto importante quando si tratta di lavorare per tanto tempo sopra queste acque. Essere in grado di comprendere in senso più personale che sotto il blu scuro non c’è nulla da temere, non c’è pericolo; solo vita di movimento costante, un paradiso di pace e silenzio.
Abbiamo fatto diverse pratiche e immersione intorno all’area della Penisola Sorrentina – Punta di Puolo, Cala di Mitigliano e Vervece. Una delle esperienze più incredibili è stata l’immersione nella zona di Vervece, che si trova nell’area protetta della Zona A rossa. L’immersione in questa zona è consentita solo previa autorizzazione. Qui abbiamo visto pesci come Barracuda, Murena, Dentice, Salpa, Castagnola ecc. L’impressione era come nuotare in un grande acquario, una sensazione unica perché è molto difficile trovare un posto come questo in cui è possibile vedere tante specie diverse nello stesso luogo.
Il corso Open Water Diver è stato così importante soprattutto perché il nostro lavoro riguarda la diffusione della consapevolezza sulla conservazione marina, e il modo migliore per parlare con le persone è trovare un contatto con il mare a livello più profondo nel nostro io interiore. Le conoscenze che acquisiamo ci aiuteranno nel nostro lavoro. Abbiamo avuto la fortuna di potere confrontare le immersioni in aree protette e aree colpite dagli esseri umani. Vivendo a Marina Lobra notiamo ogni giorno centinaia di barche che passano da un lato della penisola all’altra, da Sorrento e il Golfo di Napoli all’isola di Capri e ritorno. Queste barche stanno interferendo con la vita acquatica, così come il nostro argomento più doloroso: la pesca eccessiva.
Suggeriamo a tutti di provare le immersioni almeno una volta nella vita. C’è molto di più da imparare e vedere e speriamo che questa esperienza gli permetta di essere più consapevole della vita acquatica e gli farà scegliere modi di vivere e di turismo più sostenibili durante i viaggi.
Grazie alla squadra di Punta Campanella Diving Center: Gianluigi, Victoria e Lisa per questa fantastica settimana!
Updated on Maggio 7, 2024
SCARIO E IL GOLFO DI POLLICASTRO: UN PARADISO NASCOSTO A OVEST
Mercoledì, 23 Maggio 2018
Io, Tony e Carmela siamo andati alla costa cilentana in lavoro. Ci siamo svegliati presto e il cielo era grigio, minacciava pioggia forte. Non sapevamo dove lavoreremmo nei due giorni successivi e eravamo stanchi. Ha piovuto molto e ci siamo bagnati, in particolare Tony. Nel treno le ore passavano… quanto di più al sud stavamo, di più reperti archeologici vedevamo attraverso la finestra. Volevamo mantenere la sorpresa, perciò non abbiamo chiesto a Carmela dove stavamo andando.
Dove in Cilento stavamo andando?
Sapri, ci siamo accorti quando siamo arrivati. Un collaboratore del progetto, Nico, ci aspettava nella stazione. Mentre lui ci guidava attraverso la piccola città fino al porto di Scario ci siamo accorti della bellezza naturale del posto dove siamo restati per un paio di giorni.
Ci siamo alloggiati in un B&B chiamato Kalimaka, situato in un edificio storico in riva al porto. Ancora una volta, perché questo progetto gira intorno al MARE e alla sua protezione, non c’è bisogno di dire che il paesaggio era fantastico. Stare in una specie di finisterra e dove il mare incontra il cielo sempre ci invita a contemplare la vita e a “re”definire priorità. Dal mare il piccolo porto di Scario con i suoi edifici storici e cattolici intrecciati nella vegetazione sembra uno scenario pittoresco.
In quel pomeriggio e per il giorno successivo abbiamo pulito quattro spiagge che sono solamente accessibili colla barca e che stanno nelle coste vicine, con lo scopo di fare campionamenti per uno studio europeo. Abbiamo contato sull’aiuto cruciale di Solidea, il suo fratello Pippo e il suo padre Guerino, in tutto una famiglia ambientalista che è il nostro braccio destro in questi impegni di pulizia.
Le persone che vedono queste spiagge dal mare sarebbero tentati di dire che stanno pulite ma non è vero: tra l’arenile e la vegetazione molti rifiuti sono nascosti – abbiamo trovato ombrelloni, lettini, fiaschi di vetro, bottiglie di birra, pannolini, assorbenti, filtri di sigarette, polistirolo infinito e PLASTICA. Per il nostro stupore, la grande maggioranza dei rifiuti non veniva dal mare. Quindi, da dove veniva? Era stato lasciato lì per i turisti e le persone che gli portano là, affidando a loro lettini e vendendogli cibo.
Cosa succede in queste spiagge?
Sensibilizzazione ambientale non è altra tra le persone anziane. Questo più la pigrizia di raccogliere e portare i rifiuti alle barche crea una grande parte del problema. Ma quello che pesa di più è scappare impunemente. Sebbene che è illegale lasciare rifiuti in spiaggia (soprattutto se è un parco naturale e perciò un’area protetta) i concessionari si sentono protetti dovuto al nepotismo: i grandi responsabili per l’accumulo di rifiuti sono amici o parenti di persone che lavorano nella municipalità, perciò scappano impuni dell’impronta ecologica che stanno lasciando.
Tutto sommato, risolvere questi problemi non è per niente facile e può anche compromettere il benessere sociale nostro e degli ambientalisti che lavorano con noi, ma noi non ne smettiamo. Paziente e resilientemente continuiamo a fare il nostro migliore per mantenere le spiagge e gli ecosistemi marini i più puliti che possiamo.
Abbiamo avuto dei giorni fantastici. Abbiamo pulito, abbiamo fatto il bagno nelle acque limpide di Scario e abbiamo visto paesaggi che ci hanno tolto il fiato. E sebbene che eravamo stanchi, siamo partiti contenti, grati per conoscere gente così gentile e infine ma non ultimo siamo tornati a casa con una sensazione di realizzazione per quello che abbiamo fatto.
Updated on Maggio 7, 2024
LIBERAZIONE DI TARTARUGHE MARINE ALLA SPIAGGIA DI PUOLO
Quella mattina siamo andati sulla spiaggia di Puolo per aiutare l’Istituto Zoologico Anton Dohrn (SZN) a liberare quattro delle tartarughe che sono date in affidamento. Sono venuti con noi a questo straordinario evento molti studenti delle scuole superiori, cittadini e alcuni amici. La sorpresa e l’eccitazione erano nell’aria, tutti erano pronti per scattare alcune foto e anche sommozzatori subacquei erano pronti a catturare il primo bagno delle tartarughe dopo tanto tempo fuori acqua. Un furgone è arrivato con quattro contenitori all’interno, uno per ogni tartaruga.
Ma chi sono queste tartarughe e qual è la loro storia?
Salvatore, Prometeo, Cicciotta e Callipo. Sono tutti esempi forti e dolorosi di quello che va male durante il ciclo di vita di una tartaruga in questi ultimi giorni “antropogenici”. Sono tutti individui della specie Caretta caretta e tutti condividono la sfortuna di essere stati catturati nelle reti da pesca alcuni mesi fa. Fortunatamente Sandra, Gianluca, Maria Pia e altri colleghi dell’SZN sono stati in grado di salvarli. Salvatore è l’adulto più grande, con un peso superiore ai 60 kg. È stato catturato da una rete a Febbraio e non ha riportato ferite importanti. Prometeo è un giovanile (quello significa che non è ancora arrivato a l’età adulta e quindi ha meno di 25 anni) che è stato catturato anche per una rete simile. Cicciotta è stata vista galleggiando per un paio di giorni nel mare; chiaramente aveva dei problemi di fluttuazione. Per ultimo ma non meno importante abbiamo Callipo, è anche un giovanile catturato da una rete che gli ha causato alcune ferite nel suo corpo. Tutte loro hanno avuto un trauma grave a causa della tensione della cattura, ragione sufficiente per tenerle in un centro di recuperazione per un periodo considerevole.
Queste tartarughe sono fortunate per diverse ragioni. La prima è che non erano morte con il tempo passato prima che i pescatori le trovassero (per avere informazione in più sulle principale minacce, guardare qui). E soprattutto, in secondo, i pescatori hanno contattato l’area marina invece di rilasciarle. Sfortunatamente molte volte non lo fanno, per le seguenti ragioni: è dispendioso in termini di tempo e nonostante questo tutto ciò può mettere i pescatori in una situazione scomoda se loro stavano pescando in zone non autorizzate (che capita ogni tanto). Solamente 10% dei piscatori locali collaborano con noi e stimiamo che più della metà delle tartarughe che sono prese in reti non sono dichiarate e dunque rilasciate in mare di maniera inappropriata. Ogni anno circa 120 tartarughe sono trovate nelle coste della Campania, metà di cui già morte.
Perché rilasciare le tartarughe direttamente dopo il bycatch non è appropriato?
Essere catturato con una rete è molto stressante per una tartaruga – in più di essere intrappolate, non si possono muovere, possono essere urtate contro le rocche e altri rottami, ed/o essere ferite dovuto all’amo che hanno confuso solamente come essendo esca e sicuramente possono non poter respirare quando ne hanno bisogno. Come rettili marini, le tartarughe possono vivere sotto l’acqua ma non hanno la capacità di rimanere un tempo lungo senza tornare alla superficie per respirare. Per tutte queste ragioni, poi di essere rilasciate dopo questo stresso intenso le tartarughe hanno difficoltà per ritrovare un senso di orientazione, per riprendersi dalle ferite, per cercare da mangiare e prima o poi avere una morte lenta. Per questo, se una tartaruga è presa in una rete, anche se sembra di buona salute, dovrebbe essere sempre portata in un istituto di ricupero o alla più vicina area marina protetta.
Fortunatamente queste tartarughe sono state salvate e curate. La loro salute era buona ed erano pronte per tornare al mare e nuotare grandi distanze e eventualmente trovare un compagno riproduttivo, una volta che la stagione riproduttiva sta per cominciare. È sempre un momento incredibile, quello di liberare un animale guarito che è in pericolo di estinzione. Uno dedica la sua vita a loro, mette tutto il suo sforzo e arte nel mestiere di prendere cura e salvare quello che altri tanto incautamente distruggono, liberarle un’altra volta a dove loro appartengono, avendo la speranza e la fede che tutto andrà nel migliore modo possibile e che il suo gesto premuroso faccia una differenza a lungo termine. Questi sono momenti di celebrazione. Ma da una parte c’è la speranza e dall’altra l’incertezza. Speriamo tutti che queste incredibili creature prosperino ancora un’altra volta nel loro sorprendente ma fragile mondo marino. Alla fine della giornata spetta ad ognuno di noi di badarsi della nostra spazzatura, delle nostre abitudini alimentari, dei nostri acquisti e pertanto delle nostre scelte ambientali. Questo è l’unico modo in cui possiamo guarire il nostro mare, la nostre terre, la nostra casa.
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Updated on Maggio 7, 2024
PULIZIA DELLA SPIAGGIA IN TORDIGLIANO E PRESENTAZIONE DELL` EVS IN NAPOLI
Qualche settimane fa, alcuni di noi sono andati a Napoli e l’altra parte ha fatto un’escursione con il corso del AIGAE.
Escursione con l’ AIGAE:
Nella mattina, siamo andati con gli studenti del AIGAE – Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche – per pulire la spiaggia di Tordigliano, dove era possibile di raccogliere dati sull’origine dei rifiuti trovati sulla spiaggia, nel contesto del monitoraggio Rifiuti in Spiaggia.
Abbiamo seguito il metodo, contando e classificando ogni pezzi di rifiuti. Tutti i partecipanti erano motivati per fare questa importante lavoro. Abbiamo raccolto in maggioranza frammenti di buste di plastica e di polistirene, per quali ci vuole rispettivamente 450 e 1.000 anni per sparire… Abbiamo vinto questa battaglia, ma non la guerra! Nostra lotta contro i rifiuti continuerà! E abbiamo bisogno di vostro aiuto per farlo!
Nel pomeriggio, siamo andati al centro dell’Area Marina Protetta Punta Campanella, in Massa Lubrense, dove abbiamo avuto una presentazione dell’area con nostro direttore Dr.Antonino Miccio e Dra. Carmela Guidone, e anche un bellissimo film in 3D sull’area marina. Dopo abbiamo visitato la nuova esposizione del parco, vicino dell’ufficio.
Questa giornata era molto arricchente, in terme di raggiungimento, conoscenze e della piacevole gente che abbiamo incontrato!
Presentazione SVE nelle scuole a Napoli:
Due di noi (Daniela e Laura) siamo andati a due scuole superiori a Napoli (ITES Ferdinando Galiani e Liceo Elio Vittorini) per rappresentare Project Mare e ciò che EVS rappresenta per noi. Con noi c’erano altri 3 leader giovanili: Claudia Saioni della Cooperativa Sociale GESCO (senza di lei questi eventi non sarebbero stati fatti, Grazie Claudia!), Francesco Saverio Quatrano e Nona Simonyan della associazione giovanile Nous. Alla fine ci siamo goduti alcune meraviglie di Napoli.
Lì abbiamo spiegato cos’è l’Erasmus+ e quali i progetti dentro di se. Poi abbiamo fatto capire cos’è il progetto MARE e che attività facciamo. Oltre, abbiamo mostrato il nostro lato più personale e perché ci teniamo tanto a queste opportunità: come ci permette di viaggiare,conoscere, capire ed accettare culture e modi di vivere diversi, di conoscere noi stessi, accorgersene della identità europea che ognuno di noi ha e come la vita deve essere vissuta fuori di 4 pareti.
Sicuramente se vogliamo conoscere il mondo e le opportunità che ci sono, chi siamo e cosa vogliamo fare dobbiamo affrontare il sconosciuto com curiosità, mente aperta e nonostante le differenze, dobbiamo sentirci al nostro agio e a casa
In totale abbiamo parlato con più di 200 studenti e sentiamo che l’abbiamo fatto con successo perché erano interessati, ci hanno fatto domande e allla fine di ogni sessione alcuni di loro sono venuti da noi per chiederci ancora di più cose.
Poi, abbiamo mangiato una buona pizza fritta alla Pizzeria de’ Figliole e dei Babà, Sfogliatelle e senza dubbio Il caffè napoletano! Per smaltire abbiamo percorso alcune delle strade del centro storico di Napoli (soprattutto il quartiere di San Lorenzo) e Mamma mia!, se è bello!
Una città da sentire e rivedere più volte!
Updated on Giugno 8, 2018
CORSO DI ITALIANO IN SANT`ANNA INSTITUTE
Oggi vogliamo raccontare una parte importante della nostra formazione: le lezioni d’italiano!
Anzitutto siamo molto grati al progetto MARE per aver investito i suoi risorse per regalarci questa opportunità. Abbiamo frequentato durante un mese un corso intensivo di 80 ore all’Istituto di Sant’Anna. L’Istituto è localizzato ad un posto di estraordinaria belezza: La Marina Grande di Sorrento. Poi, ha una biblioteca ben fornita di libri scritti e tradotti in italiano su diverse tematiche, programme settimanali ludici e culturali molto interessanti, aule studio molto confortevoli e uno spazio studente molto appellativo. Ci hanno dato dei manuali di italiano e anche libri di esercizi e in ogni momento tutta la gentilezza e simpatia.
Nel primo giorno di lezioni, in modo che ognuno di noi potesse frequentare la classe che migliore se adattasse al livello di conoscenza di ciascuno, ci hanno fatto fare un test che ci ha diviso in due gruppi: uno per quelli che non sapevano nulla di italiano e l’altro per quelli che già lo sapevano (beh, più meno). Dopo di che le lezioni sono state divise in due parti per entrambi gruppi, una di grammatica e l’altra di pratica dell’italiano, dove la discussione su tematiche attuali era stimolata.
Dopo pranzo facevamo i compiti insieme. Oltre di aiutare uno all’altro, i compiti ci hanno aiutato tanto a conoscere le dinamiche del nostro gruppo ed a interagire di più con i nostri colleghi del corso e con i locali, stimolando la pratica e l’insegnamento della lingua. Col tempo (ed è ancora un lavoro in corso) ci siamo sentiti a nostro agio per parlare l’italiano!
In fin dei conti, c’è stata un’esperienza molto arricchente per noi tutti. Vogliamo esprimere la nostra gratitudine a tutti i nostri professori: Bianca, Nunzia, Veronica, Giorgia e Domenico. Grazie tanto per la vostra simpatia e disponibilità! Fra l’altro abbiamo studiato in gruppi piccoli e molto interattivi, condividendo la classe con studenti dovunque e con tutte le età che ormai cambiavano tutte le settimane. Senza dubbio è stata una opportunità per conoscere le esperienze e cultura di tanti altri, fare nuove amicizie e sicuramente che in questo ambiente amichevole e piacevole ne abbiamo goduto tanto. Grazie mille!