“CERCANDO LA CARETTA HO TOLTO LA MIA ‘CARETA’ ” – Ignacio

Ciao! Sono Ignazio, un giovane di Madrid, che vive in Italia immerso in un meraviglioso progetto di conservazione marina chiamato Project M.A.R.E.

A Madrid ho lavorato come cuoco e come animatore e allenatore di rugby con ragazzi e ragazze.
Grazie a questo progetto ho avuto modo di partecipare al pattugliamento delle spiagge di Baia Domizia, in provincia di Caserta a nord di Napoli, e l’obiettivo di questa ricerca nella sabbia è trovare tracce e nidi di tartaruga marina Caretta Caretta.

Per fortuna questo splendido litorale è sempre più frequentato dalla Caretta, specie in via di estinzione. Il lato triste della storia è che la tartaruga in molte occasioni ha bisogno dell’aiuto umano, affinché il nido possa andare avanti perché a volte le uova vengono deposte troppo vicino al mare o, al contrario, è minacciato dalle attività umane sulla spiaggia che impediscono una continuità della prole di Caretta.


Questa per me è stata una grande esperienza formativa che devo ringraziare Lido Azzurro (Baia Felice), la grande Erica Moura (AMP Punta Campanella), la Stazione Zoologica Anton Dorhn, il Gruppo Domizia e Marcello Giannotti (ARDEA). Questi enti stanno mettendo impegno e impegno per preservare la biodiversità del territorio e in particolare per salvare la Caretta Caretta.
Il nostro lavoro a Baia Domizia consiste nella ricerca di segni di nidi Caretta le cui tracce nella sabbia sono simili a quelle di un trattore. Questo è ironico perché nella nostra ricerca i trattori sono un elemento di confusione o addirittura annullamento della traccia e del nido. E cerchiamo dislivelli nella sabbia a forma di cratere: il possibile nido.

In caso di fortuna e di trovare un nido, va valutata la possibilità di cambiare la sua situazione, generalmente allontanandolo dalla linea di marea e posizionandolo sopra la linea del bagnasciuga, dovrebbe essere generato un ambiente identico al nido prodotto dalla madre in termini di caratteristiche della sabbia ed anche una volta interrato il nuovo nido, deve essere inserita una rete di circa 1×1 m per evitare che altre specie scavatrici trovino il nido, mettendo in pericolo le uova.

Questa è senza dubbio la parte più emozionante e gratificante di un lavoro molto faticoso come percorrere chilometri e chilometri di spiaggia sotto il sole. Ma non finisce qui. Il nostro lavoro oltre al pattugliamento è quello di comunicazione e sensibilizzazione con i gestori dei Lido presenti su questa costa.  Questo dialogo si sta sviluppando e l’obiettivo è trovare un equilibrio tra la nostra responsabilità morale nei confronti delle specie protette e la ricerca incondizionata di ottenere un beneficio monetario dalla spiaggia.


Nel pomeriggio si sono tenuti incontri con detti gestori e operatori di spiaggia per condividere conoscenze identificative e modalità di intervento in caso di ritrovamento di un’impronta o di un possibile nido. Abbiamo anche avuto l’occasione di avvicinarci ai più piccoli in un incontro di sensibilizzazione e conoscenza sulle specie protette che nidificano sulla spiaggia come la Caretta, il Frattino e il Corriere Piccolo, gli ultimi due tenuti da grandi professionisti come Marcello Giannotti e Giovanni Capobianco dell’Associazione ARDEA.

Come evento isolato, uno dei momenti più tristi che mi ha toccato il cuore è successo la mia prima mattina di pattuglia sulla spiaggia , quando Ali (Progetto M.A.R.E) e io abbiamo trovato una tartaruga morta sulla spiaggia del Lido. La tartaruga aveva un grosso taglio sul guscio, probabilmente causato dall’elica di una barca. Senza conoscere l’intenzione o il grado di colpevolezza di questa barca, possiamo affermare che non si sono preoccupati di avvisare la Guarda Costiera e che purtroppo quasi ogni giorno le tartarughe si trovano in uno stato di difficoltà, tutto a causa di azioni dirette o indirette dell essere “umano”…

Cercando di vedere il bicchiere mezzo pieno e a livello di obiettivi tangibili, posso dire con orgoglio di aver partecipato al lavoro svolto in 4 nidi Caretta Caretta rinvenuti nel territorio di Castel Volturno, contribuendo alla continuità di una specie sorprendente e tremendamente minacciata, aver diffuso un messaggio di speranza con persone di tutte le età è qualcosa che non avrei mai potuto immaginare 3 mesi fa a Madrid.