EcoPatrols 4 Environmental Goals : Implementazione degli moduli 6-7-8

Ciao a tutti! Siamo di nuovo qui per aggiornarvi sul nostro progetto di educazione ambientale: EcoPatrols 4 Environmental Goals! In questi ultimi mesi, in compagnia del nostro gruppo di prova composto da studenti del Liceo Salvemini, abbiamo fatto passi da gigante. Infatti, tra il 6 maggio e il 3 giugno, abbiamo terminato il nostro programma, realizzando il modulo 6 (06.05.24) sull’acqua come risorsa, il modulo 7 (17.05.24) sull’agricoltura sostenibile e il sistema alimentare, e infine il modulo 8 (03.06.24) sull’attivismo ambientale!

All’inizio di maggio ci siamo recati negli edifici del Liceo Salvemini, dove abbiamo incontrato il nostro solito gruppo. Lì, abbiamo parlato del tema dell’acqua come risorsa, della sua ripartizione nel mondo e delle numerose infrastrutture necessarie per farla arrivare, potabile, a casa nostra! Gli studenti hanno avuto l’opportunità di imparare molto su questo argomento, partendo innanzitutto dalle loro rappresentazioni dell’acqua. Abbiamo parlato dell’iniquità della distribuzione dell’acqua nel mondo e di tutte le persone che, ancora oggi, non hanno accesso all’acqua potabile. Parlando dei problemi, immaginando soluzioni, siamo riusciti a imparare molto e a continuare a sorridere, perché c’è sempre qualcosa che possiamo fare per migliorare le cose!

Dopo l’acqua potabile, ci siamo lasciati per due settimane fino a quando ci siamo rivisti a metà maggio per parlare, questa volta, delle nostre abitudini di consumo alimentare. Anche se questo tema è complesso e vasto, siamo riusciti a parlare di molti argomenti molto importanti e a imparare come, come consumatori, possiamo fare scelte responsabili! Per esempio, ci siamo presi il tempo di dare un’occhiata a varie ricette e di calcolare la quantità di chilometri che l’ingrediente ha impiegato per raggiungere i nostri piatti… E a volte, la risposta era spaventosa! Questo ci ha permesso di diventare più consapevoli delle nostre abitudini alimentari. Abbiamo anche parlato dei vantaggi di scegliere prodotti locali, venduti da piccoli produttori, invece di quelli venduti al supermercato. Nel complesso, abbiamo avuto una grande lezione sulla ripartizione della ricchezza lungo la catena di produzione alimentare.

Infine, dopo aver esplorato 7 moduli di educazione ambientale, siamo entrati nell’ultima fase: il modulo 8, dedicato all’attivismo ambientale. In effetti, imparare la conservazione dell’ambiente è molto importante, ma è anche molto importante imparare come possiamo agire, come cittadini, per creare cambiamenti nel mondo che ci circonda. A partire da noi stessi, dai nostri amici e vicini, fino ai nostri rappresentanti politici, come cittadini abbiamo il potere di cambiare le cose! Questo è ciò che volevamo trasmettere ai nostri studenti attraverso il modulo 8.  Per farlo, abbiamo riflettuto insieme sul significato di attivismo e sulla sua importanza, e poi abbiamo messo in pratica il nostro pensiero: gli studenti hanno organizzato una manifestazione, creato manifesti e una campagna di comunicazione, e sono stati portati a riflettere sui problemi che stanno loro a cuore. È stato un momento molto interessante.

Nel complesso, siamo giunti alla fine del nostro percorso con i nostri cari studenti del Liceo Salvemini. In questi mesi condivisi con loro, ci hanno dato molto di più che l’opportunità di testare il manuale e le attività che abbiamo creato. Ci hanno offerto momenti di condivisione di pensieri e preoccupazioni, di condivisione di speranze e sogni, di condivisione di energie, tutte incanalate verso la creazione di un futuro più sostenibile. Per tutto questo, li vogliamo ringraziare di cuore.

 

Per noi, ora che questa fase di sperimentazione è chiusa, dobbiamo entrare nella fase successiva: confrontare i nostri risultati con quelli delle altre organizzazioni che hanno testato il manuale, modificare le attività per renderle migliori e concludere tutto il lavoro di comunicazione e burocratico. C’è ancora molto da fare, ma come sempre, lo facciamo con molta energia e con la sensazione di lavorare per costruire un futuro migliore!

Restate sintonizzati per ulteriori informazioni.




Esplorando il mondo sommerso: Scoprire la biodiversità della Baia di Ieranto

Lungo le coste frastagliate dell’Italia meridionale si trova l’incantevole Baia di Ieranto, una gemma nascosta rinomata per le sue acque incontaminate e la sua biodiversità marina mozzafiato. Recentemente, i volontari dell’Area Marina Protetta (AMP) di Punta Campanella hanno intrapreso una missione per svelare i segreti di questo paradiso sottomarino. In collaborazione con i pescatori professionisti e i subacquei che frequentano la baia, il loro obiettivo era quello di creare un database completo che documentasse la ricca varietà di specie ittiche che popolano la baia di Ieranto.

 Armati di curiosità e del desiderio di preservare le meraviglie naturali di questo santuario marino, il team si è messo a condurre interviste. Il loro obiettivo? Raccogliere le testimonianze di coloro che interagiscono intimamente con l’ambiente marino della baia, cercando di svelare i misteri dei suoi abitanti acquatici e di seguirne le fluttuazioni durante l’anno.

Costruire un database: Il lavoro è iniziato con una serie di interviste condotte dai volontari dell’AMP. Essi si sono confrontati con i subacquei esperti del Punta Campanella Diving Center (Fabio Russo, Andrea Montalbano, Daniels Klavins) e del Barracuda Diving Center (Fabiana Savarese, Aventino Zuddas), che hanno esplorato le profondità delle acque azzurre di Ieranto, e con i pescatori professionisti, come Agostino Sbaratta, Cammarota e Antonino Torvillo, che hanno gettato le reti nelle sue abbondanti profondità. Grazie a queste interazioni, sono stati raccolti dati preziosi per la creazione di un database completo sulla biodiversità ittica.

Tracciare le tendenze: Uno degli obiettivi principali delle interviste è stato quello di individuare le tendenze delle popolazioni ittiche nel tempo. Approfondendo i dati storici e confrontandoli con le osservazioni attuali, il team ha cercato di individuare eventuali cambiamenti notevoli nell’abbondanza o nella distribuzione delle specie. Dalla frequenza degli avvistamenti alla comparsa di nuove specie e alla scomparsa di quelle preferite, ogni dettaglio è stato meticolosamente registrato per dipingere un quadro vivido dell’ecosistema in evoluzione della baia.

Incontri rari e scoperte esotiche: Nel corso delle interviste, i racconti di incontri rari e scoperte esotiche hanno catturato l’immaginazione del team. I subacquei hanno raccontato incontri ipnotici con specie elusive raramente osservate in altri siti di immersione, mentre i pescatori hanno condiviso storie di catture inaspettate che hanno accennato ai tesori nascosti della baia. Dai movimenti aggraziati di un cavalluccio marino solitario alle tonalità vibranti di un pesce tropicale fuori dal suo habitat abituale, ogni avvistamento ha aggiunto uno strato di intrighi alla continua esplorazione del regno sottomarino della baia di Ieranto.

Conclusioni: Quando le interviste si sono concluse, è stata accumulata una grande quantità di dati che hanno gettato le basi per una comprensione completa della biodiversità ittica della baia di Ieranto. Dalla vivace attività dei mesi estivi alla serena tranquillità dell’inverno, il flusso e il riflusso della vita nella baia sono stati catturati in modo vivido, fornendo uno sguardo all’intricata rete di vita marina che sostiene questo paradiso costiero.

Nei prossimi anni, questo database servirà come strumento vitale per gli ambientalisti, i ricercatori e i politici, guidando gli sforzi per preservare il delicato equilibrio dell’ecosistema marino della baia di Ieranto. Per ora il viaggio continua, mentre volontari, subacquei e pescatori si avventurano per svelare i misteri di questo mondo sottomarino, un’immersione alla volta.

Implementazione dei moduli didattici a scuola – Aggiornamenti sui i moduli 1-3

È tempo di nuovi aggiornamenti sul nostro progetto EcoPatrols. Siamo più o meno alla fine della prima metà del progetto e le cose stanno andando abbastanza bene. Come previsto, abbiamo concluso la fase di preparazione nel 2023, con il workshop nazionale in cui abbiamo testato 3 dei moduli tematici che avevamo preparato. Per quanto riguarda l’anno 2024, sarà dedicato alla sperimentazione degli 8 moduli con un gruppo di prova in ciascuno dei Paesi partecipanti, al fine di verificare la fattibilità e la rilevanza delle attività.

Per questa fase, ogni organizzazione partner ha dovuto invitare un gruppo di circa 20 giovani (di età compresa tra i 14 e i 18 anni) a seguire il programma di 8 mesi, affrontando tutti i moduli per testarli uno per uno. Qui, al Parco Marino di Punta Campanella, abbiamo deciso di lavorare con il Liceo Linguistico Salvemini di Sorrento, con una classe di quarta elementare che doveva svolgere il suo PCTO.

Il primo modulo, intitolato “Eco-Literacy”, è stato sperimentato il 26 gennaio con il nostro gruppo. Dobbiamo dire che gli studenti ci hanno accolto calorosamente e hanno mostrato interesse per le attività fin dall’inizio. Durante questa giornata, abbiamo svolto 5 attività che ci hanno permesso di introdurre l’intero manuale. In effetti, gli studenti hanno iniziato a conoscere l’ecologia, ma anche molte altre parole e concetti legati ad essa e alle tematiche ambientali. Attraverso un paio di esercizi concreti, sono riusciti ad affinare le loro capacità di collaborazione e di analisi e hanno imparato qual è l’atteggiamento giusto da adottare quando si vogliono studiare i problemi ambientali! In altre parole, alla fine della giornata sono diventati tutti più eco-alfabeti. E anche se svolgere tutte le attività è stato molto faticoso (sia per gli studenti che per i nostri facilitatori), abbiamo concluso questa prima giornata di test con il sorriso sulle labbra e con la soddisfazione del lavoro svolto.

Dopo il primo modulo, ci siamo presi un paio di settimane per preparare il prossimo incontro e la presentazione del secondo capitolo della nostra avventura educativa ambientale. Il 17 febbraio abbiamo incontrato nuovamente gli studenti per parlare di biodiversità ed ecosistemi. Questi concetti, spesso utilizzati negli ultimi anni quando si parla di crisi ambientale, non sono sempre compresi appieno. L’obiettivo di questo secondo modulo era quello di insegnare agli studenti come sono organizzati gli organismi nel mondo naturale e come ognuno di essi è collegato agli altri attraverso diversi tipi di relazioni. Gli studenti sono stati particolarmente proattivi per questo modulo e hanno affrontato le attività con molta energia.I ragazzi sono passati dall’interrogarsi alla costruzione di un ecosistema, studiando la relazione tra diversi tipi di animali e tra gli animali e il loro ambiente, nonché l’influenza dell’uomo sull’ecosistema naturale. Alla fine del modulo, ci siamo soffermati sui servizi che gli ecosistemi forniscono all’uomo e sull’impatto che l’uomo ha sugli ecosistemi. Quest’ultimo argomento è stato un buon modo per chiudere la giornata, in quanto ci ha permesso di introdurre agevolmente il modulo 3.

Infatti, un paio di giorni dopo, il 21 febbraio, abbiamo affrontato il terzo modulo dedicato al “Cambiamento climatico e impatto umano”. Così, dopo aver visto, nel modulo 2, come gli animali e le piante interagiscono tra loro e con il loro ambiente nel mondo naturale, abbiamo studiato come questi organismi sono stati pesantemente influenzati dalle attività umane. Attraverso le attività del terzo modulo, abbiamo analizzato le principali minacce che impattano sugli ecosistemi, le loro cause e conseguenze. Gli studenti hanno avuto l’opportunità di mettersi nei panni degli organismi colpiti, ma anche di pensare a soluzioni che potrebbero attuare a livello locale per mitigare l’impatto che abbiamo sulla natura!

Nel complesso, possiamo dire che il nostro programma sta andando bene. Insieme agli studenti, stiamo lavorando sodo per testare i moduli e valutarli per migliorarli in seguito. Nel frattempo, stiamo condividendo con il nostro pubblico molte importanti informazioni ambientali che permettono di sensibilizzarlo sulle questioni ambientali. Siamo convinti che la condivisione delle conoscenze sia il modo migliore per prepararli a diventare cittadini responsabili e sostenibili in futuro!

Monitoraggio delle tartarughe marine in Cilento raccontato da uno di noi

Uno dei topici più importante, tra un miliardo di cose che facciamo, è forse il lavoro in Cilento con le tartarughe. Questo lavoro ci dà un sacco di “attrezzi” da portare a qualsiasi attività in cui ci impegniamo durante l’estate e avanti.

Cilento si trova al sud di Napoli, però sempre nella regione di Campania. Questo coinvolgimento con la natura viene dal 2016 con la creazione del Centro Recupero delle Tartarughe Marine in Massa Lubrense, oppure se non vogliamo considerare il centro possiamo dire che negli anni precedenti perché c’era lavoro che veniva fatto. Prima di questo tutto, i biologi avevano trovato il primo nido di tartaruga marina in Campania nel 2002. Perciò il bisogno di lavorarci su questo tema urgente.

I volontari del progetto M.A.R.E. vanno al meno due volte a questa regione per:

Primo: trovare le tracce lasciate dalle tartarughe.

Secondo: monitorare i nidi che avevamo trovato.

Nella prima andata a Cilento ci trovavamo al Campeggio Le Saline a pochi metri della spiaggia di Palinuro. Ogni mattina ci svegliavamo più o meno alle 4:30 per iniziare alle 5. La Stazione Zoologica di Napoli (SZN) ha scelto Palinuro, Porto Palinuro, Calanca, Capo Grosso, Mingardo, Ficocella, Bau Bau, Camerota e Lentiscelle per cercare le tracce. Materiale come capello, vestiti confortabile, scarpe comode, crema solare e soprattutto l’acqua erano cose che non potevamo dimenticare. La passeggiata per così dire era fatta fino alle 8 massimo. Lo facevamo in coppie e non ci siamo allontanati troppo, perché la meglia forma di trovare le tracce è tra la linea d’acqua e 5 metri più avanti. L’obiettivo era camminare vicini tra di noi e essere il più attenti possibile. Abbiamo avuto un protocollo venuto da Caretta in Vista con gli informazione importante a seguire (regole, foto con le rappresentazioni delle tracce, indicazioni e altre cose). Per chi non conosceva questo tema potesse essere una forma d’aiuto prima di venire come volontario proprio, che già appartiene a un’altra associazione.

Nido & tracce su una delle spiagge monitorate

Come Project M.A.R.E. ce ne andiamo due persone alla volta, al meno in quest’anno e poi troviamo persone che vengono d’altri punti d’Italia. È un processo molto buono e vi raccomando a raggiungerci quando volete. Possiamo spiegarvi cose facciamo e principalmente parlare sulle tartarughe perché c’è tanto da conoscere ed imparare. Dopo la giornata di lavoro dormiamo per non diventare zombie in un paio di giorni. Per chi ama campeggiare vicino alla spiaggia è un’ottima opportunità per sfruttare di questo tipo di mix tra natura e scambio culturale.

Dopo il lavoro, era normale tornare alla tenda per dormire un po’ e solo dopo pensare in pranzare. Poi nel pomeriggio non avevamo qualche tipo d’impegno, quindi andavamo spesso a fare un bagno oppure una passeggiata per la città. L’aperitivo in Cilento ha un gusto diverso e non conoscevo questa tradizione – penso poter chiamarla così – perciò mi ha lasciato sorpreso.

Questo è più o meno come funziona una giornata nella prima fase di lavoro. Siamo andati un’altra volta alcune settimane dopo e durante quel tempo, il lavoro, per me, è stato lo stesso per alcuni giorni e ho aggiunto un incarico che racconto subito.

È, infatti, diventata la parte più gratificante e dove ho fatto più progressi al livello personale e anche scientifico. Creare un controllo intorno ai nidi è la forma come lavoriamo lì. Come gli abbiamo trovato prima è facile riconoscerli dopo. In piccoli gruppi, ci siamo messi in ordine d’orario di lavoro e ci sta sempre al meno una persona che è vicina al nido e diamo l’informazione di cui hanno bisogno per capire il ciclo riproduttivo di una tartaruga. Si formano molte volte una relazione, anche se è per poco tempo, con le persone che vengono a trovarci. Ho conosciuto alcune famiglie nonché ragazzi giovani e con la stessa età che ho. Ci hanno portato cibo, caffè, cose da mangiare per fare colazione e birre. Finora mantengo una relazione d’amicizia tra di noi a distanza. I ragazzi con chi ho lavorato ogni giorno a Camerota (nido che controllavo) mi hanno lasciato una traccia nel cuore che porterò per il resto della mia vita. Momenti fantastici. Le giornate a sorridere, a fare tuffi, mangiare, bere, passeggiare, insegnare e dormire poco sono stati delle cose che ci hanno uniti come gruppo.

Le tartarughe piccole si trovano sotto sabbia, più o meno tra 30 e 50 cm e non si sa quanti ci sono. Si pensa e si sa che sono circa di un centinaio. Vederli a salire ed uscire della sabbia mi ha lasciato senza parole e con gli occhi aperti.

Tartarughine di Caretta caretta

Questo è un breve riassunto delle giornate e attività che succedono, però possibile trovare più informazione su Instagram e Facebook. Parlare e scrivere a proposito delle tartarughe vorrebbe una tesi molto lunga e bella. Fortunato sarà la persona che lo farà.

  • Alcune curiosità su le tartarughe

Nel mondo abbiamo 7 specie di tartarughe marine di cui 3 si trovano nel Mare Mediterraneo. La Chelonia mydas (tartaruga verde) la Dermochelys coriacea (tartaruga liuto) e la Caretta caretta che già conosciamo.

Loro sono considerati poichilothermiche, cioè, le loro vita dipende della temperatura del ambiente circondante, nonché il loro sesso. De una forma semplice, nelle uova, si sa che col caldo diventano femmine e col freddo diventano maschi. La maturità arriva più o meno alle 20 anni d’età e il tempo d’incubazione dura circa di 2 mese.

Nella parte ovest del mediterraneo ci sono aree marine protette con una tutela dedicata alle tartarughe. Come se può vedere nell’immagine giù ci sono più movimento delle tartarughe ad est del bacino.

Fonte (DOI): 10.3897/natureconservation.10.4890

Con il riscaldamento climatico la ricerca che viene fatta e che continua a essere fatta ci fa vedere un cambiamento nel comportamento e in particolare nella nidificazione. Iniziano a nidificare ad ovest del Mediterraneo ogni volta di più.

La mappa giù rappresenta il numero di nidi per 15 km, la dimensione del simbolo aumenta in proporzione al numero, e i punti verde indicano nidi prima del 2020.

"Nidi di Caretta caretta nel bacino ovest del Mediterraneo (1990-2020) / Fonte (DOI): 10.1016/j.gecco.2022.e02194

— Pedro Ribeiro

Un invito alle serate culturali

Un aspetto importante del progetto è lo scambio culturale. È una dimensione centrale che viviamo ogni giorno, essendo immersi nella cultura italiana ma anche circondati dalle culture di ognuno di noi. Ma c’è un momento particolare in cui questo scambio diventa ancora più cosciente, ancora più forte: è durante le serate culturali, in cui un paese è messo all’onore, con piatti emblematici, musica, giochi, danze, storie e spiegazioni condivise insieme, in un momento magico che ha pure coinvolto un po’ le nostre famiglie. Infatti, con i loro consigli, le specialità culinarie che hanno fornito o addirittura la loro presenza durante l’evento per alcuni di loro, hanno aggiunto un tocco speciale.

In questi momenti, si capisce un po’ meglio l’essenza da dove veniamo, con la nostra storia personale e nazionale, che si mischiano benissimo per aggiungere un po’ di diversità al misto culture che viviamo e condividiamo ogni giorno. Queste serate sono anche l’occasione di vedere quello che ci unisce, al di là delle frontiere, quello che abbiamo in comune che siamo della costa mediterranea, delle montagne o delle latitudini settentrionali. Per farvi capire un po’ più di che cosa si tratta, ecco un invito alle serate culturali con questo piccolo articolo!

  • Serata italiana (29 aprile 2022)

Questa serata è stata la prima del nostro progetto, ed anche una delle più arricchenti. Fu l’occasione di scoprire la cultura italiana in maniera molto interattiva, tra gioco di lingua, attività di cucina e discussioni culturali. Abbiamo imparato a preparare due ricette di delizie locali, con tutta la loro storia intorno grazie in particolare ad Alba, e Domenico Palumbo.
Prima, fu il turno della pasta alla Nerano, specialità pregiata della penisola che trova le sue origine nel ristorante “Maria Grazia” a Marina del Cantone nel 1800’. Questa ricetta è stata una bella introduzione alla gastronomia locale, con l’uso di tre tipi di formaggi (caciotta, parmigiano, caccio cavallo) che si mischiano in questo piatto cremoso di cui tutte le famiglie locali hanno una versione diversa. Alcuni preferiscono mantecare la pasta, altri aggiungono un po’ di buccia di limone grattugiata…Per Alba invece, il tocco finale è la foglia di basilico fresco, che dà una certa eleganza ovviamente!

Preparazione della pasta alla Nerano
Prendendo appunti mentre facevamo il limoncello

Poi, abbiamo iniziato insieme la preparazione del limoncello, altro grande simbolo della penisola! Con una ventina di piccoli limoni scorciati, abbiamo creato questa base per la concezione di un liquore a corta maturazione. Il mese successivo è stato pronto – con altri passi determinativi di cui ne abbiamo adesso il segreto…–. Scherzo a parte, se volete saperne di più su queste ricette, eccole disegnate da me!

  • Serata spagnola (15 giugno 2022)

La serata spagnola è stata una bell’occasione di incontrare i genitori di Claudia: con un papà aragonese (Mariano), una mamma della Galizia (Cristina), che vivono a Barcellona, la famiglia fa una bella sintesi della Spagna, con le sue sfumature culturali e le sue varie identità.

La serata più che un delizioso cibo spagnolo – tortillas de patatas, escalivada (catalana), queso manchego, jamón ibérico e per il dolce arroz con leche! – ha dato l’opportunità di ascoltare il papa di Claudia, – tradotto da Olivier – parlare della diversità della cultura spagnola spiegando la varietà delle tradizioni di ogni comunidad autónoma. Dopo di che, c’era un bel gioco sui proverbi spagnoli. È stato bello di ricordarsi come un’altra lingua dà questo sguardo particolare sul mondo, diverso dalle altre lingue ma anche con punti di similarità!

La tavola della serata culturale spagnola

Ecco due proverbi selezionati:

Mas sabe el diablo por viejo que por diablo – Il diavolo sa più dalla vecchiaia che dall’essere diavolo.

Questo significa che l’esperienza procura più conoscenze e saggezza che l’astuzia o l’intelligenza inerente alla persona. 

A enemigo que huye puente de plata – Al nemico che fugge [gli dà un] ponte d’argento.

Questo proverbio anche citato da Cervantes in Don Quijote, raccomanda il fatto di liberarsi dei suoi nemici o di tutta persona che può o vuole causarci danno. Quindi, tutti i mezzi per allontanare i nemici sono validi, incluso un ponte d’argento.

Condivendo questa serata culturale con gli tirocinanti americani
  • Serata greca (28 giugno 2022)

Un’altra grande serata di gastronomia, in cui i genitori di Xenia hanno partecipato, coinvolgendo volontari, Xenia e la sua mamma (Jenny) per elaborare i piatti tipici, tra cui moussakà, tsatziki con zucchine fritte (kolokithakia tiganita), gemista e choriatiki (insalata). Questi sapori mediterranei hanno fatto dire a Mahdi “è com’è un altro tipo di cibo tunisino che non conosco ancora!”, sottolineando le influenze condivise da un lato all’altro del Mediterraneo.

Xenia aggiungendo la feta come tocco finale

Una volta di più, evocata attraverso le danze tradizionali della regione di Pontos (Ponto), la storia particolare della famiglia di Xenia è stata l’occasione di scoprire un’altra sfaccettatura della cultura greca. Infatti, con queste danze, sirtaki e kotsari – imparata dal lato del padre di Xenia (Thodoros) –, ci ha permesso di intravedere la cultura di una popolazione greca che viveva sulla costa del Mar nero e che si è trasferita nel Nord della Grecia contemporanea al momento degli scambi di popolazione tra Turchia e Grecia negli anni 1920. Thodoros ci ha pure fatto scoprire tsípouro, un liquore greco tipico che ha accompagnato questo momento conviviale.

La danza tutti insieme, anche con le nostre amiche tirocinanti americane, rimarrà un momento di grande convivialità, vivendo la cultura greca, attraverso la sua forma la più viva.

  • Serata francese (17 agosto 2022)

Per la serata francese, svolta poco dopo Ferragosto, è stato anche l’occasione di cucinare insieme, pure con i miei genitori e il mio fratello. L’occasione di festeggiare all’aria aperta, in un periodo che aveva senso, coincidendo col periodo della festa del mio paesino.

Abbiamo iniziato con un aperitivo con vari prodotti tipici del dipartimento dove vengo, il Cantal: formaggi (cantal, saint-nectaire), diversi tipi di salumi, e un’insalata di lenticchie bionde.

Presentazione dei prodotti
Foto sfocata ma felice!

Dopo abbiamo mangiato truffade, questo piatto tipico delle feste di villaggio a base di patate e di tomme fresca, preparata con la regia del mio padre, soprattutto per fare i lunghi fili di formaggio sciolto mentre lo servivo. La mia madre ha preparato clafoutis alle prugne per il dolce.

Preparazione della truffade con mio fratello
I clafoutis alle prugne di mamma

Tutti hanno aiutato per preparare e l’atmosfera estivale sulla terrazza ha aggiunto un tocco creando un bel momento conviviale. Dopo alcune spiegazioni sui piatti, e aver goduto la cena, abbiamo cominciato l’attività anche tipica della festa del mio paesino: il torneo di “boules carrées” (‘bocce quadrate’). Questo gioco di bocce con cubi di legno (pino) che è stato inventato per poter giocare su terreni inclinati delle campagne montagnose. Le bocce sono state confezionate da Rita, Alessandra, Boris e io, con l’aiuto di un falegname di Monticchio: Salvatore. Questa serata è stata l’opportunità perfetta di giocare nel giardino della Conola, col dislivello adeguato per fare rotolare i cubi – ma non troppo.

Le "boules carrées"

Era anche la prima serata culturale con tutti i volontari insieme, dopo mesi con sempre un assente o più (con il monitoraggio delle tartarughe in Cilento). Un momento familiare, amichevole, da ricordare, come tutte le serate culturali.

  • Serata tunisina (5 novembre 2022)

Questa festività è stata anche una grande esperienza culinaria. I piatti erano vari, preparati con tutti noi, con la regia di Ons e l’appoggio di Anas e Mahdi, ma anche l’aiuto prezioso dei volontari dell’anno scorso, i grandi Mehdi e Mayssa!

Mayssa, Mahdi, Ons & Anas facendo la presentazione dei piatti

C’erano sulla tavola tanti piatti colorati e saporiti: امك حورية  (omek houria), طاجينt (tajine), سلاطة مشوية (insalata mechwia), سلاطة خضراء (insalata verde), كسكسي  (cuscus), شرمولة  (charmoula) – un piatto tipico di Monastir, la città di Ons –,بريك  (brik), ma anche فريكاسي (fricassé). La fortuna di anche assaporare questo ingrediente emblematico della cucina tunisina, un tipo di puree fatto con una base di peperoncini rossi, aglio e olio d’oliva, la harissa (هريسة). Questo condimento è anche il simbolo della diversità della cultura tunisina perché la sua ricetta varia tra ogni famiglia – ed anche nella stessa famiglia – o regione tunisina. Poi, per i dolci, per deliziare i nostri palati, c’erano بوزة   (bouza) e يويو (yoyo) che si sposano bene insieme.

Una vista della tavola piena di colori (e di sapori)
Ons(ina) spiegando i dolci

Dopo la cena, abbiamo fatto un gioco per riconoscere i nostri nomi in arabo e poi scriverli con l’alfabeto arabo. Abbiamo pure giocato sulle somiglianze tra arabo tunisino e l’italiano, cercando le parole a consonanze italiane nel tunisino, segno di contatti stretti tra i due paesi.

In seguito a questo, abbiamo condiviso un po’ di danza, un po’ di musica per concludere una serata molto calorosa, perfetta nel periodo grigio e piovoso dell’autunno.

  • Serata portoghese (10 dicembre 2022)

Tutto ha iniziato con la partita del mondiale opponendo Portogallo al Marocco, momento perfetto per condividere un aperitivo tutti insieme, con prodotti portoghesi mandati dalla famiglia di Pedro (prosciutti, formaggi aromatizzati alle erbe, lupini, pão recheado,…). Luís, amico di Pedro venuto a posto per la serata, ci ha anche fatto scoprire le chouriços, alheiras, morcela e linguiças, tipi di salsicce – alcune di quelle erano vegetariane –, flambé in un piatto specifico, chiamato “assador de chouriços”.

Pedr(inh)o spiegando l'aperitivo
Assador de chouriços acceso
Zoom sul pão recheado

Poi, abbiamo partecipato a un gioco di cultura generale (cultura geral) con parole cruciate in portoghese a proposito della geografia, la musica, o anche del calcio del Portogallo. L’occasione di saperne di più su questo bel paese alla cultura iberica e portata sull’Atlantico.

Dopo di che, la serata si è svolta con la continuazione del buffè, ma con piatti caldi, e ancora durante tutto l’evento, l’assador che funzionava. Abbiamo assaggiato come primo piatto, una canja, seguito di migas e alho francês à Brás, per finire con una serradura, un dolce cremoso. Tutto questo con una colona sonora composta di fado, di Antonio Variações e altre canzoni portoghesi per tuffarsi nella cultura del paese dei garofani.

Condividendo il pasto dopo la partita di calcio

Per saperne di più su questi piatti, ecco le ricette favorite di Pedro con la loro breve presentazione:

  • Migas

“Durante secoli “migas” sono stati un piatto tradizionale della regione del Alentejo, particolarmente nell’inverno. È un piatto molto calorico nato come una maniera di sfruttare del pane avanzato, già molto duro e per nutrire gli uomini che lavoravano nei campi.

Ingredienti:

– 0,5 pane di mais (broa)

– 0,5 sacchetto di cavolo o qualcosa di simile (couve para caldo verde)

– un tipo specifico di fagioli (feijão frade)

– sale

– pepe nero

– aglio tagliato secondo il vostro piacere

– olio d’oliva

Preparazione:

Mettere una pentola piena d’acqua condita con sale sul fornello e quando l’acqua bolle, aggiungere il cavolo tritato e lasciarlo cuocere. Nel frattempo, sbriciolare il pane di mais.

Dopo aver cotto il cavolo, sgocciolarlo e metterlo da parte. In una grande padella, mettere l’aglio tritato e olio d’oliva, lasciare l’olio riscaldare e poi aggiungere le briciole di pane di mais e mescolare. Dopo questo, aggiungere il cavolo e i fagioli, mescolare tutto insieme, aggiungere più olio d’oliva se necessario.

Si può anche utilizzare olio d’oliva profumata all’aglio che ha più gusto.

  • Alho Francês à Brás

“Alho Francês (porro) è un’opzione per sostituire il baccalà (piatto tradizionale). Si può preparalo con pollo e altre proteine. È molto consumato in Portogallo ma anche in Macau. Gli eccellenti sapori dipendono dalla relazione dei componenti della ricetta, in particolare la quantità di cipolla relativa a quella del baccalà e dell’olio d’oliva utilizzati nel piatto. La ricotta è stata inventata dal guardiano di una taverna del Bairro Alto, a Lisbonna, chiamato Brás.”

Ingredienti:

– 20 ml d’olio d’oliva

– 1 cipolla tagliata in fette in forma di mezza luna

– 100g della parte bianca del porro, tagliato a fette

– 1 foglia d’alloro

– 100g di patatine fritte (in bastoncini)

– 2 uova

– sale

– pepe nero

– 1 rametto di prezzemolo triato

– olive nere

Preparazione:

  1. Rompere le uova in una ciotola. Condire con sale e pepe. Battere con una vergella.
  2. In una padella, riscaldare l’olio d’oliva, la foglia d’alloro e la cipolla. Girare e lasciarlo brasare un po’. Aggiungere il porro. Mescolare insieme e cuocere durante 5 minuti a più della temperatura media.
  3. Aggiungere le patate. Mescolare bene e lasciare il caldo diffondersi. Aggiungere le uova, girare and cuocere a più della temperatura media per circa 30 secondi. Attenzione a non cuocere troppo le uova.
  4. Alla fine, aggiungere il prezzemolo tritato e togliere la preparazione dal fuoco. Accompagnare questo piatto con olive.
  • L’avvenire

Questo è una lista che sta per allungarsi, con le future serate croata e belga! Più che una lista, con questo articolo ho voluto mostrare i momenti belli di scambio e di condivisione che hanno pontato il nostro volontariato. Le serate culturali sono sempre state momenti fuori del tempo, momenti preziosi, ma anche – per essere onesto – un pochino stressanti per quelli che devono organizzarle, perché non è una cosa semplice di mettere in evidenza l’essenza o al meno un angolo personale della sua cultura. Alla fine, dopo un po’ di adrenalina, il fatto di vedere tutti i volontari, mentori, responsabili e amici del progetto, e anche famiglie e amici dei volontari godere di questi momenti speciali, è senza dubbio una della cose più belle della realizzazione di queste. Vi raccomando, se avete un giorno l’occasione di creare eventi così conviviali, con famiglia o amici, non esitate! Una serata culturale vale sempre la pena, nel senso che fa scoprire anche a sé stesso che significa la sua cultura propria, e fa riscoprire sottilità ed evidenze di quella, sempre belle da condividere con gli altri.

Per concludere, vorrei ringraziare tutti quelli che hanno organizzato, aiutato, preparato, e insomma permesso la realizzazione di queste serate indimenticabili. I nostri mentori e responsabili, Gianna, Nacho, Mimì, Alba; ma anche tutti i volontari, gli amici del progetto come Alessandra, e tanti che hanno aggiunto il loro tocco allo scambio culturale in generale, ma ancora di più in questi punti salienti del progetto. Grazie di cuore.

— Paul Descoeur